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i Quaderni di Bandiera Rossa "La Storia è finita" di Norberto Fragiacomo
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giovedì 20 ottobre 2011

15 OTTOBRE: UNA FERITA APERTA


15 OTTOBRE: UNA FERITA APERTA
di Stefano Santarelli


La manifestazione degli Indignati, diretta espressione di un movimento internazionale che contesta le scelte di austerità e di tagli alle spese sociali che il grande capitale finanziario vuole imporre alle popolazioni del pianeta, ha prodotto il 15 ottobre a Roma un corteo numeroso e partecipato (probabilmente dalle 250/300 mila persone) come non si vedeva da anni.
Oltretutto le problematiche degli Indignati si intrecciano strettamente con le particolarità della situazione italiana dove si assiste alla crisi di una democrazia borghese malata che non riesce ad espellere dalla guida del paese neanche una figura, ormai anche per lei, totalmente screditata e controproducente come quella di Berlusconi.
Ma una esigua minoranza ha trasformato questa giornata in un vero e proprio incubo espropriando questo movimento del diritto di potere scendere in piazza e di potere gridare le proprie ragioni trasformando così questa manifestazione in un assurdo gioco di guerra con azioni stupidamente violente e con effetti politici totalmente deleteri.
Un metodo politicamente inaccettabile perché compiuto sulla testa di migliaia di manifestanti e che è stato deciso solo da poche centinaia di persone. Un settore questo certamente molto organizzato, molto determinato, ma che non può essere definito come veramente rappresentativo del movimento o di una sua parte e che ha deciso unilateralmente di avviare uno scontro fisico completamente fine a se stesso mettendo in pericolo tutti gli altri manifestanti.
Questa ferita inferta alla manifestazione degli Indignati rischia di essere mortale non solo per lo sviluppo del movimento, ma anche per la stessa sinistra nel suo complesso ed il primo effetto del clima che si è venuto a creare è il divieto per la FIOM di svolgere il suo corteo nazionale che era previsto per il 21. Ed è inutile ricordare che la FIOM ed i lavoratori metalmeccanici rappresentano la punta più avanzata della nostra classe.
Bisogna altresì segnalare la sottovalutazione oggettivamente criminale che il comitato promotore ha avuto nei confronti di questo corteo non preoccupandosi di creare alcun sistema di controllo come un servizio d’ordine per la difesa delle più che prevedibili infiltrazioni di questi Black bloc.
Un vuoto di direzione da parte del comitato promotore che non è stato solo organizzativo, ma anche politico.
Molti manifestanti hanno tentato spontaneamente e coraggiosamente di espellere questa ala violenta, ma con nessun risultato. Infatti non si poteva certamente pretendere da pacifici dimostranti che questi potessero neutralizzare centinaia di uomini armati e ben organizzati i quali si sono mossi come veri parassiti -azzeccatissima questa definizione di Bernocchi- che si nascondevano dentro il corteo.
Come d’altra parte bisogna anche denunciare il ruolo della polizia che si è solo preoccupata di difendere i palazzi del potere permettendo così la violenza incontrollata dei Black bloc in tutto il tragitto del corteo e a San Giovanni dove si doveva concludere la manifestazione ha caricato con i blindati i manifestanti che si erano nel frattempo lì radunati con lo scopo di dare la mazzata definitiva a questa manifestazione.
Sinteticamente questo è quanto è accaduto nella giornata del 15 ottobre.

Ma è necessario a questo punto porre alcune brevi considerazioni.
Negli scontri avvenuti a San Giovanni si sono visti giovani che, di fronte ai pericolosi caroselli che i blindati della polizia hanno attuato contro i manifestanti non hanno avuto nessun timore ad affrontare lo scontro fisico. Provocando per un po’ di tempo una alleanza, non prevista ed inedita, tra i Black bloc e questa ala giovanile.
Infatti è emerso, anche in questa circostanza, il problema di fondo di un malessere giovanile che li porta oggi non solo a protestare perché non vogliono accollarsi il debito delle generazioni precedenti, ma che denunciano il fatto che i debiti e le ricchezze in Italia non sono distribuiti equamente.
Questi giovani a cui è chiuso il mercato del lavoro e che non hanno nessun futuro di fronte a loro vedono la concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi i quali oltretutto si guardano bene dal pagare le tasse, caratteristica questa fondamentalmente italiana, al contrario dei loro genitori che sono lavoratori dipendenti o pensionati e che si trovano obbligati a mantenerli.
Un settore giovanile che non è rappresentato in nessuna maniera dalle forze politiche e sindacali della sinistra.
Ed è questo il problema principale che la sinistra tutta deve porsi.

Ma bisogna essere estremamente chiari: la sinistra ed il movimento degli Indignati devono condannare senza nessuna esitazione i Black bloc ed i loro metodi. Essi non sono altro che vari gruppetti caratterizzati da un estremismo inutile e dannoso che non ha un minimo di progettualità rivoluzionaria con la totale assenza di una visione classista.
Non si può non essere preoccupati di un certo giustificazionismo che in alcuni settori di sinistra emerge nei confronti di tali gruppi. Ed è emblematico l’editoriale di Valentino Parlato apparso sul Manifesto il giorno dopo la manifestazione:

A Roma ci sono stati anche scontri con la polizia e manifestazioni di violenza. Meglio se non ci fossero stati, ma nell'attuale contesto, con gli indici di disoccupazione giovanile ai vertici storici, era inevitabile che ci fossero. Aggiungerei: è bene, istruttivo che ci siano stati.

Sono le parole che solo un intellettuale che non ha nessun rapporto con la classe dei lavoratori poteva dire.
I fatti di Roma non possono permettere nessun tipo di ambiguità e di giustificazionismo nei confronti di questo settore che si è posto con tali atti vandalici fuori dal movimento e dalla sinistra (semmai ne avessero mai fatto parte).
Non ci troviamo di fronte a “compagni che sbagliano”, ma a nemici di classe e come tali devono essere trattati.

14 commenti:

Mario ha detto...

«Non ci troviamo di fronte a “compagni che sbagliano”, ma a nemici di classe e come tali devono essere trattati».

Questa frase che conclude l'articolo, ci sembra che descriva perfettamente la categoria a cui appartiene l'autore.

Stefano Santarelli ha detto...

Un rivoluzionario fa politica a volto scoperto a meno che non ci si trovi in clandestinità, ma in Italia non mi risulta che ci troviamo ancora in questa situazione. Negli anni 70 sono sempre stato contro il terrorismo proprio perché non era rivoluzionario e non difendeva gli interessi della classe.

Anonimo ha detto...

Dissento.

Le manifestazioni pacifiche, ordinate, quelle in cui ti arrestano se scendi dal marciapiede (vedi gli indignati americani) sono soltanto imposizioni dei dominanti (della classe dominante, si intende) per neutralizzare la protesta.

Le manifestazioni avvolte nel bozzolo del "politicamente corretto" e del "pacifismo strumentale", oltre ad essere totalmente inefficaci, fanno il gioco del sistema.

I giovani che hanno lanciato bombe carta, estintori ed altri oggetti, a Roma il 15 di ottobre, fanno parte della nuova classe povera quanto i metalmeccanici della Fiom.

Quei giovani non sono nemici di classe.

Sono stati gli unici ad uscire dal solco del "politicamente corretto" e del "pacifismo strumentale" (che sono altrettanti strumenti di dominazione capitalistici), e, per quanto pochi, hanno cercato di portare una manifestazione testimoniale, inane, rispettosa delle regole imposte dal sistema, sul terreno della lotta vera.

Sappiamo che un frainteso e diffuso “ghandismo” inibisce qualsiasi risposta efficace alle azioni distruttive dei nemici principale e secondario (Bce, Fmi, classe globale dominante come nemici principali, sub-dominanti politici locali tributari dei primi come nemico secondario), ed esclude persino la legittima difesa.

Se il nemico ha il monopolio della legalità, e lo usa contro i subordinati, e se ha acquisito anche il monopolio della Lotta di Classe, è necessario uscire dagli schemi imposti (manifestazioni pecoresche, stanche e ripetitive, senza alcun risultato tangibile, troppo simili alle inutili marce per la pace di Assisi) e cercare altre strade, che non escludono l'uso della violenza, ma, anzi, in questa drammatica situazione sociale lo propagano nella società per cercare di destabilizzare il sistema.

Certo è che la violenza rivoluzionaria ha contenuti ed obbiettivi diversi dalla mera violenza insurrezionale, che in molte circostanze è unidimensionale perché mossa esclusivamente dalla rabbia dei dominati e colpisce in modo cieco ed indiscriminato.

Il principale problema è la mancanza di una visione politico-strategica alternativa, nonché una buona consapevolezza dell'identità del nemico e della sua forza, che caratterizzano le forze rivoluzionarie e non quelle insurrezionali.

In conclusione, chi scrive ritiene che:
1) I giovani che hanno partecipato agli scontri con le forze della repressione sistemica non sono nemici di classe né "compagni che sbagliano", ma piccole avanguardie, per quanto ancora confuse e piuttosto "grezze", della nuova Pauper class capitalistica, ed hanno agito, isolati da una piazza di pecorelle destinate alla tosatura, con una fuga in avanti.
2) Il pacifismo imposto, come il cosiddetto politicamente corretto, sono strumenti di dominazione neocapitalistica, e i pacifisti sono da considerarsi alla stregua di "utili idioti" (cioè socialmente e politicamente idiotizzati) come si sarebbe detto un tempo.
3) E' necessario passare dall'azione "rivoluzionaria" individuale e collettiva, tipica della propaganda del fatto anarchica di matrice kropotkiniana, lasciata alla “buona volontà” di singoli soggetti (Gaetano Bresci, 1900) o di singoli gruppi, all'azione rivoluzionaria vera e propria, inserita in un percorso di lotte, in crescendo, caratterizzate dalla "profondità storica", da una visione politica veramente alternativa e antagonista e animate dalla coscienza dei rivoluzionari (che si lega indissolubilmente all'aspetto soggettivo della classe, quello coscienziale). Ma affinché ciò accada devono maturare le condizioni storiche e la Pauper class (che sta rapidamente sostituendo il vecchio Proletariato) deve arrivare alla piena coscienza di sé e della propria forza.

Grazie per l’attenzione

Eugenio Orso
http://pauperclass.myblog.it/

Stefano Santarelli ha detto...

Potrei anche essere d'accordo.
Ma in quello che è successo a Roma non c'è nulla di spontaneo.
I fatti sono che una piccola minoranza ben organizzata ha,sulla testa e sulla pelle di tutti i manifestanti, compiuto atti di vandalismo e di violenza gratuita che non possono essere giustificati in qualsiasi maniera.
Le conseguenze politiche sono:
1)probabilmente la morte prematura di questo movimento
2) il divieto di poter far svolgere un corteo nazionale previsto per domani dei lavoratori metalmeccanici
3) la repressione che con questa scusa gli apparati statali stanno compiendo verso tutta la cosidetta area antagonista che non si riconosce automaticamente nei Black bloc.
La lotta dei rivoluzionari è una cosa seria che non si compie nel bruciare automobili che come si è poi visto alcune di queste appartenevano a compagni.
Chi scrive non è certamente un pacifista, ma non è per l'uso di una violenza fine a se stessa e che come si è visto è controproducente per la nostra causa.
Oggi siamo più deboli non più forti.

Stefano Santarelli ha detto...

Dimenticavo:
non ho affermato che sono i giovani i nemici di classe, ma che lo sono invece i Black bloc.

Anonimo ha detto...

Stefano ma dice sul serio? Ovvero beatifica Bernocchi che ha invitato l'ordine sbirresco a reprimere duramente chi il conflitto lo ha praticato anzichè limitarsi a predicarlo?
I metameccanici della Fiom sono la punta avanzata? Scusa ma sulla base di che affermi questa che per me è una castroneria? Alla Bertone, tanto pe citare un esempio, i metalmeccanici della Fiom avevano una maggioranza assoluta per bloccare il piano Marchionne, ma sotto la minaccia della perdita del postoo di lavoro han calato le braghe...ma potrei citarti anche i metalmeccanici Fiom di Finmeccanica o Fincantieri che producono mezzi da guerra ad uso e consumo dell'imperialismo, che chiedono "commesse", o i metalmeccani Fiom della Mangiarotti Nuclear che sottolineano che le loro turbine nucleari sono le più strafighe del mondo. Ti lamenti del fatto che i giovani rivoltosi non siano rappresentati dalla sinistra...non hai, a mio modesto avviso, capito che questi giovani non hanno affatto voglia di essere rappresentati, ma di essere protagonisti in prima persona, di un conflitto praticato, e non solo predicato (magari da chi poi chiede l'intervento sbirresco). Contesti l'assenza di progettualità rivoluzionaria, ma gli "ignoranti" hanno dato filo da torcere al potere in un solo giorno, molto più di quanto chiacchieroni ortodossi abbiano fattto in venti anni.
Senti a me, urge un bagno di umiltà, voi ortodossi ritrovatevi a chiacchierare come circolo ricreativo, e non tarpatele ali ai giovani, che a differenza vostra, le lotte contro lo stato e il potere le fanno sul serio, non solo a chiacchiere o mediante sermoni inconcludenti. I ragazzi sono gli sfruttare, e i veri nemici di classe sono coloro che vorrebbero tarpargli le ali della rivolta, soltanto perchè non stanno allineati ai diktat di burocrati e organizzazioni varie. Diciamo la verità verità....chi predica il conflitto è stato abbondantemente superato dal punto di vista pratico dagli ignoranti "senza un minimo di progettualità rivoluzionaria". Bada ben, questo è un fatto...non un opinione.

Stefano Santarelli ha detto...

Al mio ignoto interlocutore posso solo dire che mi riconosco nel movimento dei lavoratori e nella classe operaia i quali sono rappresentati da partiti e sindacati come i COBAS e la FIOM da lui citati.
Partiti e sindacati che non hanno paura di farsi vedere in faccia.
Un rivoluzionario deve avere il coraggio di esprimere le proprie opinioni senza nascondersi dietro un passamontagna.

Anonimo ha detto...

Stefano mi chiamo Davide, ma se il discriminante è un passamontagna e non una pratica concreta del conflitto anzichè un pippone ideologico e inconcludente, non sono soddisfatto della tua risposta. Eppure spunti te ne ho dati. Ti ho parlato di Bernocchi che ha supplicato l'intervento sbirresco verso i rivoltosi: tutto bene madama la marchesa?
Ti ho parlato della "punta avanzata" Fiom che avalla l'accordo infame Marchionne alla Bertone, nonchè la Fiom Cgil che rivendica commesse imperialiste alla Finmeccanica e alla Fincantieri. Ti ho citato anche la Mangiarotti Nuclear dove, tanto per cambiare, la maggioranza Fiom ha rivendicato commesse nucleari: tutto bene madama la marchesa?
Ti ho detto che sindacati e partiti, volevano punire la rivolta spontanea dei giovani (in Italia Sabato, come in Grecia oggi); ti ho detto che gli ortodossi predicano la radicalità, ma non la praticano affatto, venendo superati dagli ignoranti"privi di prospettiva politica rivoluzionaria". Gli "ignoranti" indcono il sistema alle "leggi speciali", mentre gli ideologici nessuno se li caga, non essendo minimamente un problema per il potere dominante.
Argomenti su cui ribattere ne hai, e vanno ben aldilà di un passamontagna.
P.S. serve più un passamontagna che lotta concretamento contro il Sistema, o un viso scoperto comodamente a casa propria a pontificare dottrina?
Davide Sillani.

Carlo Felici ha detto...

Sabato chi ha fatto casino ha usato il corteo per nascondersi e codardamente è partito e tornato in continuazione nelle file di manifestanti pacifici a volto scoperto, portando armi come corpi contundenti e bombe carta, e causando la reazione della polizia anche verso chi non aveva atteggiamenti aggrassivi. Le zecche nere hanno fatto un meraviglioso regalo al governo che ha riempito i media delle solite cazzate che l'opinione pubblica beve a più non posso, dipingendo i manifestanti indiscriminatamente come una massa di teppisti. Ai palazzi del potere è stato fatto un emerito baffo a tortiglione e ancor di più a chi li frequenta in genere. Che si è goduto lo spettacolo come da una tribuna del Colosseo
Chi fa un favore al potere non può che essere un nemico di classe privo di coscienza, e io credo anche scientemente complice di chi poi propone la repressione e leggi speciali come rimedio. La malattia infantile estremista del comunismo è decisamente dura a morire e alquanto contagiosa, ma solo per chi non è vaccinato da almeno 30 anni..

Carlo Felici ha detto...

In ultimo devo dire che chi inneggia alla cosiddetta "violenza rivoluzionaria" della bombe carta, dei passamontagna e dei sampietrini, non sa un accidente di cosa sia una vera guerra rivoluzionaria e di come essa necessiti l'uso di vere armi e di gente che le sappia usare, oltre che di un esteso ed attivo appoggio popolare che riguarda anche le categorie che usano in genere le armi per mestiere. Si vada a rileggere piuttosto gli scritti del CHE: "Dove un governo sia andato al potere mediante una forma qualsiasi di consultazione popolare, fraudolenta o no, e si conservi quanto meno una parvenza di legalità costituzionale, lo scoppio della guerriglia non può verificarsi se prima non sono state esaurite le possibilità della lotta legale" Che Guevara "Principi generali di guerriglia"
Con gli infantilismi speculari al potere non si è fatta mai alcuna trivoluzione, ma si sono solo rafforzate le varie forme di repressione

Anonimo ha detto...

Carlos ha perfettamente ragione. Il caso greco ne è l'esempio. Ne scioperi ne manifestazioni servo più. Serve qualcosa d'altro,e nessuno oggi può organizzare tale evento storico. La massa della classe non è ancora matura, ne ci sono le condizioni internazionali per la classe. la manifestazione di Sabato è il casuale che manifesta la necessità. Non è ancora ora. Saluti rossi. Isidoro M.

Anonimo ha detto...

Carlos ha perfettamente ragione. Il caso greco ne è l'esempio. Ne scioperi ne manifestazioni servo più. Serve qualcosa d'altro,e nessuno oggi può organizzare tale evento storico. La massa della classe non è ancora matura, ne ci sono le condizioni internazionali per la classe. la manifestazione di Sabato è il casuale che manifesta la necessità. Non è ancora ora. Saluti rossi. Isidoro M.

Davide ha detto...

Buon campeggio rivoluzionario coi Grillini. ;-)

Anonimo ha detto...

non perdiamo tempo con i grillini..degenerazione saprofita di una pseudosinistra in preda a demagogie comatose.
Carlos

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