Se l’uomo reale, corporeo, che sta sulla ferma rotonda terra, espirando e aspirando tutte le forze naturali, pone, nel suo alienarsi, le sue reali, oggettive forze sostanziali [Wesenskräfte] come oggetti estranei, questo porre non è Soggetto: è la soggettività di oggettive forze sostanziali, la cui azione perciò dev’essere anche una azione oggettiva. L’ente oggettivo agisce oggettivamente, e non potrebbe agire oggettivamente se l’oggettivo non fosse sua determinazione sostanziale. Esso produce, pone soltanto oggetti, perché è posto da [durch] oggetti, perché è intrinsecamente natura. Nell’atto di porre qualcosa, non passa, dunque, dalla sua “attività pura” a una produzione dell’oggetto, bensì il suo prodotto oggettivo attesta semplicemente la sua attività oggettiva, la sua attività in quanto attività di un oggettivo ente naturale.
Qui vediamo come il compiuto naturalismo o umanismo si distinguono tanto dall'idealismo quanto dal materialismo, e ad un tempo sia la verità che li congiunge entrambi. Vediamo al tempo stesso che soltanto il naturalismo è capace di comprendere l'azione della storia naturale.
L’uomo è immediatamente ente naturale. Come ente naturale, e ente naturale vivente, è da una parte fornito di forze naturali, di forze vitali, è un attivo ente naturale, e queste forze esistono in lui come disposizioni e capacità, come impulsi; e d’altra parte, in quanto ente naturale, corporeo, sensibile, oggettivo, è un ente passivo condizionato e limitato, come è anche l’animale, e la pianta: e cioè gli oggetti dei suoi impulsi esistono fuori di lui come oggetti da lui indipendenti, e tuttavia questi oggetti sono oggetti del suo bisogno, oggetti indispensabili, essenziali alla manifestazione e conferma delle sue forze essenziali. Che l’uomo sia un ente corporeo, dotato di forze naturali, vivente, reale, sensibile, oggettivo, significa ch’egli ha come oggetto della sua esistenza, della sua manifestazione vitale, degli oggetti reali, sensibili, o che può esprimere la sua vita soltanto in oggetti reali, sensibili. Esser oggettivi, naturali, sensibili, e avere altresì un oggetto, una natura, e sensi fuori di sé, oppure esser noi stessi oggetto, natura, sensi nei confronti di terzi, è l’identica cosa. La fame è un bisogno naturale, le occorre dunque una natura esteriore, un oggetto esteriore per soddisfarsi, per calmarsi. La fame è il confessato bisogno che un corpo ha di un oggetto esistente fuori di esso, indispensabile alla sua integrazione e alla espressione del suo essere. Il sole è oggetto della pianta, un oggetto indispensabile, che ne conferma la vita, come la pianta è oggetto del sole, in quanto è manifestazione della forza vivificante del sole, dell’oggettiva forza essenziale del sole.
Un ente che non abbia fuori di sé la sua natura non è un ente naturale, non partecipa dell’essere della natura. Un ente che non abbia alcun oggetto fuori di sé non è un ente oggettivo. Un ente che non sia esso stesso oggetto per un terzo non ha alcun ente come suo oggetto, cioè non si comporta oggettivamente, il suo essere non è niente di oggettivo.
Un ente non oggettivo è un non ente [Unwesen]. […]
L’uomo in quanto è un ente oggettivo sensibile è dunque un ente che patisce, e poiché è un ente che avverte il suo patire esso è un ente appassionato. La passione è la sostanziale forza umana tendente con energia al suo oggetto.
[da: Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, in Karl Marx - Friedrich Engels, Opere complete, Editori Riuniti, Roma, 1976, vol. III, pp. 364-365].
[La storia è la vera storia naturale dell’uomo]
Ma l’uomo non è soltanto ente naturale, bensì è ente naturale umano: cioè ente che esiste a se stesso, perciò ente generico [Gattungswesen], e come tale deve attuarsi e confermarsi tanto nel suo essere che nel suo sapere. […] E come tutto ciò ch’è naturale deve nascere, così anche l’uomo ha il suo atto di nascita, la storia, ch’è tuttavia da lui consaputa, e però, in quanto atto di nascita con coscienza, è atto di nascita che sopprime [aufhebt] se stesso. La storia è la vera storia naturale dell’uomo.
[da: Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, in Karl Marx - Friedrich Engels, Opere complete, Editori Riuniti, Roma, 1976, vol. III, pp. 365 e 366].
[La natura è il corpo inorganico dell’uomo; l'uomo è parte della natura]
La natura è il corpo inorganico dell’uomo: cioè la natura nella misura in cui non è essa stessa corpo umano. Che l’uomo vive della natura significa: che la natura è il suo corpo, con il quale egli deve rimanere in un processo continuo per non morire. Che la vita fisica e spirituale dell’uomo è congiunta con la natura, non ha altro significato se non che la natura si congiunge con se stessa, ché l’uomo è una parte della natura.
[da: Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, in Karl Marx - Friedrich Engels, Opere complete, Editori Riuniti, Roma, 1976, vol. III, p. 302].
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