di Lorenzo Mortara
Rsu Fiom-Cgil Rete28Aprile
Con la riproposizione in
versione politica del Governo Tecnico PD-PDL, con la sola
sostituzione del burattino Monti col burattino Letta, entrambi
prodotti in Vaticano per il mercato europeo, è cominciata nell’arcipelago sinistrorso del PD, l’immancabile, stucchevole
ricerca del capro espiatorio a cui scaricare le colpe di una politica
che fa storcere il naso ai suoi sostenitori. Se prima era colpa di
Grillo se non partiva il Governo PD-M5S, ora è sempre colpa di
Grillo se parte il Governo PD-PDL con la ruota di scorta montiana.
Per chi da due mesi blatera sull’assunzione altrui di
responsabilità, non saper assumersene neanche mezza per le proprie
malefatte, è addirittura il colmo.
La totale mancanza di un
punto di vista di classe sulla vicenda come su tutto il resto, ne
ribalta e distorce completamente il senso della dinamica. Dove per la
lotta di classe vi è un progresso, per la petulante analisi piccolo
borghese vi è un regresso. Compito nostro, è togliere ogni speranza
a questa falsa coscienza di sinistra.
Rispetto alla precedente
combine con a capo Monti, la lotta di classe, della nostra
classe, fa un passo avanti, non indietro, e bisognerebbe
rallegrarsene anziché diventare scuri in volto. Il Re, infatti, è
più nudo di prima e con sempre meno scuse, perché ora ha una
gigantesca spina nel fianco che prima non aveva: la presenza, che
piaccia o meno, di una reale e potente opposizione. Opposizione che
rende più difficile la riproposizione della parata trasversale
contro gli operai che lor signori ci hanno rifilato per un
anno. E anche se ci sarà lo stesso, è probabile che sarà meno
cruenta di prima perché, sotto il peso della pressione a Cinque
Stelle, avrà molte più possibilità di sfaldarsi nel cammino. E
quanto più rapidamente questo avverrà, tanto più si dovrà proprio
all’integrità e alla saldezza di una Opposizione intransigente,
quella che non han saputo mai fare né il PD né la sinistra
radicale. L’insofferenza verso Grillo della attuale sinistra
moderata e radical chic è in fondo tutta qui, non significa
nient’altro, tanto meno può essere ricondotta a una qualunque
analisi seria. Grillo è diventato il suo parafulmine ideale, quello
su cui scaricare lo sconcerto della base, nella speranza che basti
per non perderla. Ma anche se buona parte dell’intelligenza a
servizio dell’apparato piddino e dintorni, ha già mosso tutta la
fantasia di cui dispone la sua testa malata per inquinare ancora di
più quella della base, Grillo non ha nessuna colpa della attuale
situazione e delle illusioni degli elettori del centro sinistra.
Questi, per altro, non sono stati affatto traditi dai loro vertici, i
quali non hanno fatto altro che rendere definitivamente esplicito ciò
che facevano già da vent’anni più o meno sotto banco, e negli
ultimi due in maniera sempre più aperta. La base del PD è vittima
solo della sua scarsa maturità. Il Governo Letta l’aiuterà ad
aprire gli occhi, le farà fare passi da gigante nel cammino tortuoso
e difficile della presa di coscienza. Coscienza che marcia sempre in
ritardo rispetto agli eventi, e che impiega lunghi anni anche solo
per imparare le cose più elementari. Non deve, dunque, stupirci più
di tanto la fatica della base, tanto più se confrontato con
l’arretratezza cronica dei professori accademici che troneggiano
sulla stampa di partito. Anzi, con simile bigiotteria, è già tanto
se le masse piddine non impiegheranno due secoli per liberarsi delle
loro pessime guide. Questi esseri depensanti, imbottiti dello
stesso cretinismo parlamentare dei loro apparati di riferimento, non
vedono più in là delle beghe di corridoio, della contrattazione di
commissioni, appalti e poltrone. Come delle comari isteriche
inveiscono contro quei partiti che, sconfitto il loro, dovrebbero
aiutarli per forza a portare avanti il loro programma fallimentare.
Non sono loro, gli sconfitti, che dovrebbero abbassare un po’ la
cresta e magari riflettere sulle loro rovine, no, sono gli altri, i
vincitori, che debbono abbassarsi al loro livello e fargli pure la
grazia di appoggiarli, pena la scomunica. Se solo Grillo non si fosse
opposto a Bersani – così pensa la loro vigliaccheria – il PD non
sarebbe stato costretto alle larghe intese con Berlusconi. Con la
stessa logica si potrebbe giustificare un marito che stupra una donna
solo perché ha la moglie che non gli si concede. Comprendendo
l’assurdità, allora, il più sofisticato arriva a dire che da
Bersani a Grillo, sono tutti colpevoli ed egualmente responsabili.
Così parla il meno ipocrita di tutti, il più filisteo tra i
filistei!
Chi se la ride di questa
logica assurda e idiota sa che Grillo non è affatto responsabile di
quello che ha combinato il PD. La responsabilità del Governo Letta è
tutta di chi lo sostiene, non di chi vi si oppone, a meno che non vi
si opponga per finta come fanno Lega e SeL, l’Opposizione di Sua
Maestà, mai a Sua Maestà.
Incapace di concepire una
qualunque opposizione, la falsa coscienza di sinistra è mesta e
sconsolata perché era convinta di poter levarsi di torno, una volta
per tutte, Berlusconi. È lui, apparentemente, il suo unico
bersaglio, di conseguenza non ammette che a sinistra possa essercene
anche uno diverso. Presuntuosa e congenitamente cretina com’è, non
riesce ad accettare il fatto che il primo nemico della sinistra di
classe non sia affatto il Cavaliere, ma la falsa sinistra
interclassista che vi si allea dopo aver straziato tutti con
l’assoluta necessità di farlo fuori. È questa alleanza che
smaschera in un sol colpo i nemici irriducibili di Berlusconi che non
sono poi così tanto irriducibili, perché dimostrano nei fatti che
anche per loro non è Berlusconi il primo nemico da battere ma la
classe operaia. Nessuno, infatti, più di questa falsa sinistra ha
portato al disastro il Movimento Operaio. La destra berlusconiana non
avrebbe fatto un passo se solo si fosse trovata davanti una sinistra
di classe, non questa, sistematicamente complice e collusa con lei e
i poteri forti. Ed è giusto quindi, perché direttamente
conseguente, che sia questa falsa sinistra, quella che si allea a
Berlusconi contro di lei, il primo nemico della classe operaia. Non
chi gli è già contro da sempre, perché dichiaratamente di destra.
Perciò, anche l’idea
che si sia persa un’occasione senza l’alleanza PD-M5S, è
un’altra idea bislacca di una sinistra interclassista che non
sospetta minimamente quale occasione storica abbia la classe operaia:
quella di farla fuori definitivamente togliendole anche ogni speranza
di ripresentarsi sotto qualsiasi tipo di rimpasto. E questa occasione
è ben lungi dall’essere persa. Anzi finché il M5S si opporrà con
la stessa determinazione mostrata finora, resterà sempre integra e a
portata di mano. Solo se verrà colta, dalle ceneri di questa falsa
sinistra rinascerà la sinistra di classe di cui abbiamo estremamente
bisogno.
Toccherebbe a noi far
fuori ciò che resta della sinistra. Ma la mancanza pressoché
assoluta di una presenza classista sia dentro che fuori il Palazzo,
costringe oggi la sinistra classista ad appoggiarsi al partito di
Grillo, l’unico che può portare a termine una simile missione. Il
nostro compito, vista l’esiguità delle nostre forze, è aiutarlo
perché non deroghi di una virgola da questo storico compito, perché
non si areni tra le secche delle mille sirene in agguato che troverà
sul suo cammino.
Grillo, è vero, non potrà
sostituire la falsa sinistra interclassista con una sinistra di
classe, visto che non ha mai detto di esserlo. Ma proprio perché non
ha mai detto di esserlo la sua opposizione potrà essere onesta ed
altamente istruttiva, se solo chi vuole una sinistra di classe gli
darà una mano perché ottenga questo storico, parziale risultato.
Mandando a casa la falsa
sinistra, cioè tutti i suoi dirigenti, politici e sindacali, Grillo
se non altro, avrà il merito sempiterno di aver sgombrato il campo.
Sarà il secondo passo avanti, per noi, dopo il primo fatto sempre da
lui con l’ingresso in Parlamento della sua opposizione. Ed è ovvio
che per chi nell’opposizione senza se e senza ma di Grillo ha già
visto il primo regresso, nel suo annientamento vedrà addirittura
l’anticamera dell’Inferno, l’apocalisse prima del giorno del
giudizio. È un peccato quindi che per l’ottusità non sia in grado
di pentirsi e redimersi. Perché forse basterebbe un’autocritica
severa e totale per evitarlo. Ma chi non l’ha fatta fino adesso, è
difficile che la faccia proprio ora. E anche se la facesse, sarebbe
lo stesso fuori tempo massimo. Perché, ormai, il posto
dell’opposizione l’ha preso il M5S. A Rifondazione sarebbe
bastato un grammo dell’opposizione di Grillo per ottenere una
tonnellata di voti. Quegli stessi voti sotto il cui peso ora, è
giusto che Grillo schiacci senza pietà tutto ciò che rimane della
falsa sinistra perché non ne resti più neanche un granello sulle
spalle del Movimento Operaio.
Stazione del Celti
Aprile 2013
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