IL PONTE SULLO STRETTO, UN DIRIGENTE PUBBLICO E LE PENALI NON DOVUTE
di Luca Lecardane
Questo
articolo potrebbe iniziare citando il titolo della celebre raccolta di Stephen
King, “A volte ritornano”, non solo per la ciclicità con cui si presenta
l’argomento che tratteremo e che il titolo suggerisce, ma anche perché
rappresenta per i siciliani un racconto
horror senza fine: parliamo di Ponte sullo Stretto, fatto tornare alle luci
della ribalta da Renzi prima e Lupi poi e presentato come il rimedio universale
a tutti i mali che affliggono il Sud e la Sicilia in particolare usando come
spauracchio l’argomento delle penali che il nostro Paese sarebbe costretto a
pagare qualora il ponte non dovesse essere costruito (700 milioni di euro).
Tuttavia
questa tesi non convince tutti. Non è di questo avviso l’ingegnere Gaetano
Sciacca, ex capo del Genio Civile di Messina il quale, intervistato in una nota
trasmissione televisiva, fa presente che
sono due gli aspetti che fanno pendere la bilancia dalla parte del no, uno di
natura legale legata alle penali e uno di natura tecnica. Ma procediamo con
ordine.
Il primo
riguarda i 700 milioni di euro,
che l’Italia dovrebbe ad Eurolink, il General Contractor, cioè il consorzio di imprese con a capo Impregilo
che avrebbe dovuto costruire il Ponte. Tuttavia non esiste un progetto
definitivo né un progetto esecutivo dell’opera: il Cipe non ha dato parere che per la Legge
obiettivo è obbligatorio, il Via (Valutazione di impatto ambientale) ed il Vas
(Valutazione ambientale Strategica) non sono state rilasciate. Inoltre
l’ammontare della penale è frutto di un accordo postumo tra Eurolink
(particolarmente con Impregilo impresa capofila) e la società Stretto di
Messina s.p.a. (Concessionaria interamente pubblica), società appaltatrice
dello stesso. Prima di questo accordo, la penale ammontava al costo di
progettazione più il 5% aumentata al 10% in seguito (anche questo aumento è
illegittimo perché avvenuto dopo l’espletamento del bando e quindi si sono
cambiate le regole dopo la gara).
Inoltre all’interno del progetto si parla di project
financing, quindi di un’opera alla cui partecipazione dovrebbero partecipare
capitali pubblici e privati, ma finora non si sono trovati questi ultimi.
Passiamo
alle problematiche di natura tecnica. Esiste uno studio condotto da trenta
esperti che hanno analizzato l’opera sotto diversi punti di vista e che
esprimono parere negativo alla costruzione dell’opera: intanto si pongono
problemi per il gravoso impatto ambientale sull’ eco-sistema marino ( tra
altro, l’Italia è soggetta a procedura di infrazione da parte dell’UE proprio
per l’impatto ambientale che avrebbe il Ponte sull’ecosistema dello Stretto)
come affermato da Anna Giordano
coordinatrice del gruppo di lavoro delle associazioni ambientaliste e
Responsabile Policy Natura 2000 di WWF Italia;
in secondo luogo Il Dott. Signorino del dipartimento di scienze
economiche, aziendali, ambientali e metodologie quantitative dell’università di
Messina afferma che l’impatto
economico del progetto non è vero che sia positivo visto che tale ipotesi era
prevista in caso di Pil in crescita tra
il 4% ed il 14% (già allora drogato, ma che oggi addirittura è improponibile
essendo l’Italia in recessione); non si è assolutamente certi che non vi siano situazioni di instabilità dovuta ai
movimenti tellurici dice l’Ingegnere Claudio Villari ingegnere
strutturista ex docente della Facoltà di
Architettura dell’Università di Reggio Calabria, grande esperto in terremoti ; infine dal punto di vista del
dissesto idrogeologico come di seguito indichiamo.
L’ingegnere
Sciacca ha inviato una nota il
28/10/2011 - poi ribadita ed ampliata con una del 10/11/2011- agli organi preposti, in cui viene spiegato
che a seguito dell’istruttoria, da parere negativo in quanto non sono previsti nel progetto
sistemi di messa in sicurezza adeguati alla natura del territorio e sono
presenti gravi errori di progettazione. (Nel dettaglio: la sicurezza degli
attraversamenti delle fiumare,
caratterizzate da elevata pendenza dell’alveo con conseguenti colate di
fango in presenza di eventi atmosferici accompagnati da pioggia, deve essere
legata alla messa in sicurezza dei sottesi bacini idrografici, con adeguate
opere di presidio vista la particolare fragilità idrogeologica del territorio).
In secondo luogo la consistenza dei terreni
lungo i versanti interessati dai lavori è bassa e la localizzazione dei siti di
recupero ambientale, nome altisonante per indicare in realtà le discariche di
inerti provenienti dagli sbancamenti per la costruzione del Ponte, è sbagliata
perché non sono indicate le piste di
servizio per raggiungerli in sicurezza e il recapito finale delle acque di
raccolta di queste aree avviene negli alvei strada, cioè nelle strade
sottostanti i siti ove quindi sarebbero raccolte i materiali inerti che
scenderebbero a valle in caso di eventi atmosferici di alta magnitudo,
provocando notevoli danni a cose e persone.
Infine i tre assi viari dove verranno indirizzati i mezzi gommati
pesanti del cantiere, essendo alvei tombinati, cioè alvei torrentizi ricoperti
di cemento e asfalto per potere essere percorsi, presentano dei problemi strutturali e idraulici: per i primi infatti
andrebbe verificata la staticità ed essendo carenti dal punto di vista
strutturale, l’ulteriore aggravio di traffico potrebbe comprometterne la
stabilità; i secondi discendono dal fatto che sia indispensabile una messa in
sicurezza dei bacini sottesi ai torrenti strada)
Eppure
le somme impegnate per un’opera che presenta tutte queste criticità potrebbero
essere impiegate in progetti per la Sicilia e la Calabria come la costruzione
di interporti, fondamentali vista la posizione della Sicilia al centro del
mediterraneo, o per il rafforzamento e manutenzione di strade e ferrovie oggi
completamente disastrate in Sicilia dove il governo Renzi ha stanziato solo 60
milioni di euro per tutto il sud mentre per il centro-nord ne ha stanziati 4,6
miliardi di euro. E la messa in sicurezza dal punto di vista idrogeologico
dell’intero territorio siciliano visti gli ultimi eventi che si sono abbattuti
nell’isola.
***
L’ingegner
Sciacca è un funzionario pubblico,“ex” responsabile del Genio Civile di
Messina, il quale è stato tolto dal suo
posto dal presidente della regione Sicilia Crocetta, forse per non essersi piegato alle lobby messinesi che volevano
costruire ovunque e senza regole e perché si è saputo sostituire all’inefficienza
della politica?
Un funzionario pubblico che non ha piegato la schiena davanti i
palazzinari e, per questo, attaccato dalla politica e dagli stessi che lo hanno
accusato di voler fermare lo sviluppo di Messina. Ma come si spiegherebbero
allora i 22 appalti completati e gli 8 da completare per un totale di circa 100
milioni di euro?
Lo chiamavano il
“signor NO” eppure dopo la frana di Giampilieri convinse alcuni cittadini a
vedersi abbattere le proprie case senza che vi fossero contenziosi, per mettere
in sicurezza la zona. L’ingegnere Sciacca denunciò, insieme ad altri, la
possibilità che un viadotto dell’autostrada potesse venire giù visto che
presenta oggi evidenti segni di cedimento strutturale e considerato tra l’altro
che se dovesse collassare si abbatterebbe su un’area dove vivono migliaia
di persone. Lo accusarono di essere catastrofista ed allora, ci chiediamo,
perché auto e tir passano su una sola corsia se non è pericoloso?
Oggi il
Presidente Crocetta lo ha spostato dall’ufficio del genio civile di Messina,
con la scusa della rotazione dei dirigenti, promettendogli la direzione
dell’UREGA (L’Ufficio regionale per
l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici), posto per cui ci vorrebbe una laurea in
giurisprudenza peraltro, ma ad oggi l’unico soggetto a rotazione è stato lui e
non è neanche direttore dell’Urega, ma
un funzionario senza un ufficio. Lo stesso Crocetta vuole che sia
applicata una leggina del 2003, approvata dal governo Cuffaro, che permette di
iniziare a costruire subito dopo il deposito del progetto, prima ancora che il
genio civile possa dare parere. Il genio civile, secondo la legge, potrebbe
intervenire successivamente per
abbattere l’edificio qualora
violasse norme di sicurezza antisimiche o norme contro dissesto
idrogeologico. Immaginatevi quanti anni
dovrebbero passare per fare in modo che l’edificio sia abbattuto e nel
frattempo cosa potrebbe succedere.
L’ingegnere Sciacca ha bloccato lottizzazioni, centri commerciali e palazzine
nella valletta del torrente Trapani e tante altre proposte vergognose in 50
aree a rischio. Questo funzionario pubblico ha fermato le costruzioni in aree a rischio, nonostante la leggina di
cui sopra, e la Magistratura, affermando il principio per cui la legge non è valida
nelle aree a rischio perché vi è un interesse superiore, gli ha dato sempre
ragione contro i ricorsi fatti dai costruttori . Questo, ovviamente, gli ha
procurato non poche inimicizie tra le lobby messinesi. Insomma l’Ingegnere
Sciacca ha rotto il giocattolo degli amici e degli amici degli amici compresi i
politici.
Fu
nominato commissario ad acta del Consorzio autostrade siciliane solo per tre
mesi ma nonostante la brevità del tempo e nessun potere per intervenire nel tratto compreso tra Boccetta e lo
svincolo di Villafranca, visto che in caso di piogge intense quel tratto di
strada diventava pericoloso, fece mettere l’asfalto drenante.
Insomma
un’altra storia, tra tante altre che non conosciamo ma che sicuramente
esistono, di interessi “altri” che diventano più forti del buonsenso, della
buona politica, del benessere dei cittadini, della meritocrazia.
All’ingegnere
Sciacca, recentemente, è stato consegnato il premio Colapesce. Secondo la
leggenda più diffusa, scendendo in profondità, Colapesce vide che la Sicilia
posava su 3 colonne, delle quali una piena di vistose crepe e segnata dal tempo
e così decise di rimanere sul fondo del mare per sorreggere questa colonna.
Vogliamo
concludere questo articolo con una frase che spesso l’ingegnere ha ripetuto nel
corso di altre interviste e anche a noi al telefono: “il futuro del paese è
nella rigenerazione urbana, nel recupero edilizio e nella messa in sicurezza”
Noi riteniamo che la Sicilia e questa Italia abbiano bisogno
di tanti Sciacca/Colapesce per sorreggerle con onestà, competenza, capacità. A voi le conclusioni.
Luca Lecardane
Coordinatore siciliano Dell’associazione nazionale
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