SEL NON SOTTOVALUTI GENOVA!
di Riccardo Achilli
Grave, gravissimo errore
quello di Doria di scaricare i problemi del trasporto pubblico urbano genovese
privatizzando l'azienda.
Denota, intanto, una
modestissima capacità di pensare in termini innovativi il servizio di trasporto
pubblico urbano. L'innovazione tecnologica che rientra nel concetto di smart
city consente enormi risparmi di costo, a parità di efficienza, ad un servizio
ripensato (con frequenze di passaggio legate al numero di persone in attesa, la
possibilità di prenotare su determinati orari le linee più periferiche, a minor
numero di passeggeri/mezzo, quindi più costose, anziché far fare loro passaggi
ad intervalli fissi, la possibilità di passare a veicoli elettrici, con minori
oneri di gestione rispetto a quelli a carburante tradizionale, ecc.). Già in
questo ciclo, Jessica finanzia tali iniziative, così come l'Asse Città del PO
FESR 2007-2013. Il ciclo 2014-2020 dei fondi strutturali (in cui il tema delle
città è prioritario) ed Horizon 2020 forniscono ulteriori canali di
finanziamento peril futuro. Ma Doria, in un anno e più di amministrazione, non
ha proposto niente in tal senso, pur essendovi ancora fondi disponibili
sull'Asse Città del PO FESR Liguria.
Denota, poi, il carattere di
un sindaco che, alla prima difficoltà sostanziale del suo mandato, cede.
Certe
dichiarazioni di Doria su un'intervista pubblicata sul Corriere recentemente
denotano il quadro di un personaggio molto inferiore alle aspettative:
- poco avvezzo ad assumersi
responsabilità, in specie sul dissesto dell'azienda municipalizzata di
trasporto (la colpa non è mai sua, è solo del Governo che balbetta sull'IMU,
come se non avesse già previsto un'imposta sostitutiva già dal 2014, la colpa è
di Monti che prometteva una ripresa mai materializzatasi, come se un professore
di storia economica come Doria non fosse in grado di capire la fallacia delle
dichiarazioni montiane, è colpa dell'amministrazione comunale precedente,
ecc.);
- incapace di comprendere
persino il suo ruolo e la delicatezza ed impegnatività della carica di sindaco.
Una sua dichiarazione, in particolare, fa cadere le braccia, sembrando esser
stata fatta da un alieno: "Non potevo immaginare quanto la figura del
sindaco sia un catalizzatore di aspettative. O meglio, non conoscevo l’intensità
di tale sentimento, che oscilla facilmente dall’amore all’odio. È una altalena
che mette a dura prova";
- fragile psicologicamente:
in una fase di lotta terribile, in cui migliaia di lavoratori temono per il
futuro del loro posto di lavoro in vista della privatizzazione, affermare che
si soffre per il dissenso espresso dalla gente è una dichiarazione
probabilmente dettata da scarsa capacità di tenere i nervi a posto;
- incompetente: è vero che
Amt è sottocapitalizzata e le regole del Patto di stabilità impediscono a
Comune e Regione di capitalizzarla direttamente, però le soluzioni sono molte,
dalla "bad company" inventata dall'ex sindaco Pericu, che scorpori
dall'Amt il grosso dei debiti, coprendoli nei confronti dei creditori con asset
cedibili (autorimesse, beni immobili di cui l'azienda può disfarsi, autoveicoli
ancora cedibili sul mercato cancellando linee in una città che ha lo stesso
numero di chilometri di linee di trasporto urbano di Milano, che però ha una
popolazione pari al triplo di Genova, ecc.) all'outsourcing dei soli servizi di
manutenzione, all'attrazione di soci privati rigidamente di minoranza, che
apportino fondi a fronte di un programma di investimenti finanziato con le
risorse comunitarie sopra ricordate, ad un contributo eccezionale di
solidarietà chiesto all'intera utenza, in termini di aumento drastico del costo
di biglietti ed abbonamenti per un limitato numero di mesi.
Il caso-Doria ha un risvolto
anche per SEL. Questo sindaco è stato candidato come indipendente nelle liste
di SEL. Mi aspetto, e spero, che SEL lo rimetta in riga rapidamente,
minacciando anche l'eventuale ritiro dalla maggioranza, e mi aspetto che si
ponga più attenzione, in futuro, nella selezione dei candidati. Lo ammette
persino Doria: nell'intervista al Corriere, dice infatti di non avere
particolare esperienza politica, nella sua vita ha avuto esperienze solo nelle
circoscrizioni cittadine. Non si può prendere uno in mezzo alla strada perché
ha un bel pedigree di intellettuale di sinistra. La politica è una cosa seria,
occorre selezionare meglio chi è chiamato a ricoprire ruoli istituzionali. Gli
intellettuali facciano gli intellettuali, che è un'altra cosa.
SEL non può permettersi di
sottovalutare quanto sta avvenendo a Genova. Una sinistra che propone ricette
neo-liberiste e non un'alternativa a queste, e che si fa scavalcare sulla
piazza dalle stesse componenti sociali proletarie che dovrebbe tutelare è
destinata a morire, a trasformarsi in una succursale del PD. Guai a
sottovalutare i genovesi: i genovesi
hanno fatto fallire il golpe Tambroni, quando si incazzano sono una bruttissima
bestia. Genova è una città altamente politicizzata. Può essere la bara di tutta
la sinistra. I tranvieri sono in sciopero da quattro giorni, fregandosene, per
il momento, della precettazione e delle multe salate minacciate, ed i messaggi
di solidarietà alla loro lotta, da parte della città, aumentano a vista
d'occhio.
C' è un risvolto anche per
tutto il Paese e per tutta la sinistra. E' inevitabile che la testa di una
rivolta contro una amministrazione che si proclama di sinistra finisca, prima o
poi, per essere presa da componenti demagogiche di destra. Se la destra prende
la testa delle piazze agitate dagli effetti della crisi economica la deriva
neofascista e dittatoriale del Paese è servita. La SEL ha una grande
responsabilità, e per evitare tale deriva deve rimettere in linea il suo
sindaco. Costi quel che costi.
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