PER UNA COSTITUENTE DI SINISTRA
di Maurizio Zaffarano
Ci sono almeno due cose che proprio non vanno giù a quel tanto o poco che resta del popolo della Sinistra.
Anzitutto che non riesca a costituirsi un forte soggetto politico unitario della Sinistra, pur in una situazione di terribile crisi economica causata ed aggravata dalle politiche liberiste e di austerità ed in una fase di attacco finale - condotta da Renzi con la definitiva svolta a destra del PD - ai diritti dei lavoratori, allo Stato sociale, ai principi costituzionali su cui è stata fondata la Repubblica nata della Resistenza.
E poi che l'Italia sia l'unico Paese in Europa a non avere una Sinistra degna di questo nome: in Spagna e Grecia Podemos e Syriza sono in testa nei sondaggi. E nel resto d'Europa – ad esempio in Francia e Germania con la Gauche e la Linke – le Sinistre mantengono una presenza certo largamente minoritaria ma comunque dignitosamente concreta.
In Italia, dopo i fallimenti ed i tradimenti del centrosinistra ulivista, l'urgenza di costituire un forte soggetto politico unitario di Alternativa è evidente da anni e avvalorata da ogni passaggio dell'involuzione centrista o peggio destrorsa di coloro che hanno nominalmente ricevuto, dilapidandola ed infangandola, l'eredità del vecchio PCI: ne abbiamo avvertito il bisogno di fronte alla pretesa maggioritaria del PD di Veltroni (che sbatteva le porte in faccia alle formazioni della Sinistra radicale mentre inciuciava con Berlusconi), al lungo corteggiamento al postfascista Fini in virtù della sua fronda interna alla maggioranza berlusconiana, all'appoggio del PD di Bersani – in accordo con Berlusconi - al governo del massacro sociale di Monti e della Fornero (con il voto al pareggio di bilancio in Costituzione ed alle controriforme dell'articolo 18 e delle pensioni), al dopo elezioni 2013 con la rielezione di Napolitano (il peggior Presidente della storia repubblicana preferito a Rodotà) e con la sostanziale condivisione delle responsabilità di governo, con Letta e poi con Renzi, tra PD e Forza Italia il cui effetto è stato il contemporaneo ulteriore attacco ai diritti sociali ed ai principi democratici e del pluralismo politico sanciti dalla Costituzione.
Questo Soggetto Unitario doveva formarsi almeno tre anni fa, due anni fa, un anno fa ed ogni volta si è atteso l'approssimarsi delle elezioni per raffazzonare improbabili cartelli elettorali senza alcuna possibilità, per la scarsa incisività della proposta politica ed il poco tempo a disposizione per farsi conoscere dei cittadini, per assumere un ruolo rilevante nel quadro politico.
Dopo l'esperienza (contraddittoria) della Lista Tsipras e le speranze che comunque aveva suscitato, stiamo ancora, dopo sei mesi dalle elezioni europee, al nulla: alla speranza della discesa in politica di Landini, all'attesa della scissione della cosiddetta sinistra piddina (i cui esponenti, su cui peraltro gravano responsabilità politiche e morali grosse come macigni, non hanno palesemente alcuna intenzione di rinunciare alla propria comoda poltrona), alle inutili speranze (coltivate da chi nasconde disonestà politica ed intellettuale) di poter condizionare Renzi dall'interno della sua maggioranza, alla vaghezza delle elucubrazioni sulla forma partito dei settantenni - ex Lotta Continua – Viale e Revelli, alla promessa di Paolo Ferrero, sempre più subalterno nei confronti degli “intellettuali” ed incapace di dare un ruolo attivo e propositivo a Rifondazione Comunista, di ricominciare fra due mesi il processo unitario.
Scrive
Santiago Alba Rico, uno dei più autorevoli intellettuali che hanno firmato il manifesto che è stato all’origine dell’esperienza di Podemos: “Per fronteggiare questa offensiva (quella del 'sistema' ndr) sono necessari tre elementi fondamentali: una leadership democratica, intelligente e convincente, una militanza ben preparata e capace di abbandonare la mentalità di minoranza marginale e, soprattutto, le maggioranze sociali, obiettivo che si può conseguire solo se si rende chiara in ogni istante, in ogni gesto, in ogni misura, la rottura etica, politica e culturale con il regime. Il tempo corre a nostro favore; il tempo ci vola contro. “
Be' in Italia non abbiamo avuto un movimento di massa come quello degli Indignados da cui è derivato Podemos, in Italia abbiamo mafie, corruzione, familismo, voto di scambio, economia in nero, clericalismo, un sistema dell'informazione quasi completamente asservito al potere. I movimenti sociali di base che i Viale e Revelli immaginano come fondamenta di un movimento politico che nasca per iniziativa dal basso sono movimenti di nicchia, senza un seguito di massa. E lo dimostrano i risultati elettorali ridicoli che le liste espressione di questi movimenti riescono a conseguire. E' molto più adattabile alla nostra realtà piuttosto il “modello” Syriza con la federazione di tanti piccoli soggetti in precedenza dilaniati da conflitti e divisioni.
Partiamo allora dalla concreta realtà italiana e cerchiamo di trarre insegnamento, per quanto possibile, dalle esperienze che ci vengono dal resto d'Europa: da Podemos, da Syriza, dalla Linke, da Izquierda Unida, dal Front de Gauche. E si devono fare dunque tre cose. Subito.