HOMO HOMINI LUPUS
di Lucio Garofalo
In base ad una persuasione assai diffusa nell'immaginario
collettivo, si suppone che in "tenera età" le amicizie siano ancora
sincere e disinteressate. In realtà, non è sempre così, nella misura in
cui non mancano rare eccezioni. Mi dispiace deludere chi abbia altre
opinioni, sfatando una rassicurante rappresentazione, assai incantevole e
fiabesca del mondo infantile, derivante da luoghi comuni falsi, comodi e
banali, ma la mia esperienza professionale di insegnamento, che mi ha
impegnato direttamente sul "campo di battaglia", a stretto contatto con i
bambini, mi ha convinto che la natura infantile non è affatto
innocente, ovvero disincantata come si tende ingenuamente ad immaginare.
Non serve affatto scomodare le note interpretazioni di scuola
"genetista" per suffragare un'ipotesi che discende dall'osservazione
diretta ed empirica del comportamento infantile. Il DNA non si può
smentire, né correggere facilmente. Lo stesso Freud affermò che l'indole
di una persona si è già compiutamente plasmata all'età di tre anni.
Per
cui, se uno è già stronzo (perdonate il termine) in erba, difficilmente
diventerà una persona migliore in età adulta. Anzi, temo che possa
peggiorare. Specie se dovesse crescere in un pessimo ambiente
socio-familiare.
Ed il tipo di società (capitalista o come preferite
chiamarla) in cui noi viviamo, in cui imperversa un'ideologia che esalta
l'egoismo estremo e regna un clima di atroce indifferenza, di alienante
ed esacerbata competizione, in cui le relazioni interpersonali sono
regredite, non aiuta ad educare un'umanità migliore. Anzi, l'indole
umana è costretta ad inferocirsi ulteriormente ("homo homini lupus",
sosteneva Thomas Hobbes), per cui l'essere umano è condannato ad un
"destino" di crescente abbrutimento etico-spirituale.
Nessun commento:
Posta un commento