di Renato Costanzo Gatti
Creare sane e solide fondamenta per incrementare
il lavoro, proteggere i consumatori, regolamentare Wall Street e i grandi
bonuses, mettere un termine ai salvataggi e alle “Too big to fail”, prevenire un’altra
crisi finanziaria.
Anni senza “accountability” per
Wall Street e per le grandi banche, ci hanno portato alla peggior crisi a far
data dalla Grande Depressione, la perdita di 8 milioni di posti di lavoro, il
fallimento di imprese, un crollo nei prezzi delle abitazioni, e risparmi di
personale indiscriminato.
Gli errori che hanno portato alla crisi
richiedono un’azione energica. Dobbiamo reinstaurare l’accountability e la
responsabilità nel nostro sistema finanziario per dare agli Americani la
fiducia che ci sia un sistema che lavora per loro e che li protegge. Dobbiamo
creare sane e solide fondamenta per far crescere l’economia e creare posti di
lavoro.
COMPENDIO DELLA LEGISLAZIONE
Un’Authority e indipendenza per la
protezione del consumatore. Creare nuovi “cani da guardia” con sede
presso la Federal Riserve, con il potere di assicurare che i consumatori
americani ottengano chiare e accurate informazioni necessarie per contrarre
mutui, ottenere carte di credito ed altri prodotti finanziari e per proteggerli
da costi occulti, abusi nelle clausole, e pratiche da saccheggio.
Mettere un alt ai salvataggi delle “Too
big to fail”. Porre un alt al fatto che i contribuenti siano chiamati
a staccare un assegno per salvare società finanziarie. Creare un modo sicuro
per liquidare le società finanziarie fallite; imporre rigidi parametri di
capitale e di leva finanziaria che contrastino la tendenza a diventare “too
big”; aggiornare i poteri della Federal Riserve nel concedere supporti
sistemici e non supportare più ditte individuali; fissare standards rigorosi ed
adeguata supervisione per proteggere l’economia, i consumatori, gli investitori
e l’imprenditorialità.
Attuare un sistema di monitoraggio
preventivo. Creare un consiglio per identificare e relazionare su
rischi sistemici creati da grandi società, prodotti, e attività prima che
minaccino la stabilità dell’economia.
Trasparenza e accountability per
strumenti esotici. Eliminare marchingegni che permettano
pratiche rischiose ed abusive, inclusi quei marchingegni per i derivati “fuori
mercato regolamentato”, asset-backed securities, hedge funds, intermediari di
mutui e prestatori di un giorno.
Remunerazione agli executives e corporate
governance. Dare agli azionisti la possibilità di pronunciarsi con
voto non vincolante per quel che riguarda i compensi agli executives e i
“paracaduti d’oro”.
Proteggere gli investitori. Fare
nuove rigide regole per la trasparenza e l’accountability delle agenzie di
rating al fine di proteggere gli investitori e l’economia.
Rafforzare le regole. Aggredire
con determinazione le frodi finanziarie, i conflitti di interesse e la
manipolazione del sistema che gode di particolari benefici a spesa delle
famiglie americane e dell’economia.
La legge 111-203-21 Luglio 2010 è un provvedimento mastodontico di più di 800
pagine, XVI titoli e 1506 articoli. (in effetti la numerazione degli articoli
non è progressiva, quindi gli articoli sono molto meno, ma “parlante”, nel
senso che ogni digit individua una posizione in modo che le integrazioni non
richiedono, come nelle nostre leggi, gli articoli bis, ter, etc. ma trovano una
sistemazione logica nel posto predisposto)
Molto pragmaticamente il legislatore statunitense ricerca le cause del disastro
del 2007, istituisce commissioni di studio che definiscano gli strumenti, gli
istituti, gli abusi, gli errori e tutto quanto serve per evitare il ripetersi
di quanto accaduto. Notiamo che l’approccio statunitense individua tutte le
cause nel capitalismo finanziario e nelle sue deviazioni; per il Dodd-Frank act
è chiara quale sia la causa prima del dissesto e quindi da che parte vadano
indirizzati gli interventi correttivi, previo studio ed elaborazione di
adeguate misure. Contrariamente da quanto avviene in Europa, per gli USA non
sono i debiti sovrani la causa della crisi, ma eventualmente ne sono le
vittime. Solo la cultura ultra liberista dell’attuale governance dell’Europa ha
indirizzato la sua azione post-crisi contro i debiti sovrani operando in base al
più grande transfer mediatico di tutti i tempi. Basti pensare che gli
interventi per salvare le banche in Europa sono arrivati a 4.000 miliardi
(anche se effettivamente spesi solo 1.200) mentre il salvataggio tempestivo
della Grecia sarebbe costato solo 100 miliardi. Se dunque la borsa, Wall Street
– che da anni opera senza accountability – è responsabile ebbene si corregga
Wall Street e non si umiliino i pensionati; se sono responsabili i naked CDS
(assicurazione per danni a cose non possedute), ebbene si vietino i naked CDS
lasciando in piedi i CDS asset backed; se responsabili sono i sub-prime ebbene
si rendano responsabili le banche della gestione dei mutui concessi eliminando
la deresponsabilizzazione del sistema “generate and distribuite”; se le istituzioni
finanziarie “too big to fail” costringono i contribuenti a firmare assegni per
salvarle dai guasti dalle stesse creati ebbene si ponga un fine alla iniqua
costrizione statale di costringere il contribuente a farsi carico di colpe non
sue e si fissino parametri di capitale e di leva tali da dissuadere la ricerca
del “too big”; se la colpa sta nelle operazioni “over the counter” fuori
mercato regolamentato ebbene si regolamenti e si autorizzino tutti i mercati;
se i boss guadagnano un sacco di soldi per bonuses maturati su obiettivi a
breve termine o si garantisca loro “paracaduti d’oro” nel caso fossero
cacciati, ebbe che gli azionisti abbiano un voto per dire la loro su queste
elargizioni; insomma tutti argomenti di cui in Europa non si sente parlare.
O meglio sfogliando su internet potrete trovare come la pensa “Il libertario”
sito diretto da Benedetto della Vedova; bene il libertario opta decisamente
sulla non interferenza delle regole sul libero funzionamento del mercato che
solo può aiutare la perfetta allocazione dei capitali. Il libertario non ha
ancora capito che il mito del mercato che si autoregolamenta, è miseramente
morto sotto i colpi inferti dalla crisi che ancora ci attanaglia. Gli argomenti
dell’organo di Benedetto della Vedova sono gli argomenti dei repubblicani
statunitensi e delle lobbies finanziarie che rendono aspra e dura la vita di
Obama e del Dodd-Frank act. Penso che la rielezione di Obama sia molto legata
alla capacità dei signori della finanza di sterilizzare i buoni intenti della
legge che stiamo esaminando.
Molta enfasi è data dal Dodd-Frank act al fatto che i contribuenti non siano
più costretti in futuro a pagare per le colpe della finanza. Sarebbe
interessante ad esempio interpretare la Tobin tax come un premio assicurativo
riscosso sulle transazioni finanziarie (pari a 14 volte il PIL mondiale) in
modo da costituire un fondo assicurativo cui attingere in caso di scelta di
salvare le banche. Sarebbe un modo intelligente per non far pagare ai
contribuenti gli azzardi della finanza.
Senza entrare nei dettagli dei mille e passa articoli della legge, ci interesse
l’indirizzo politico che la gestione Obama ha voluto dare come risposta alla
crisi e confrontarla con il conservatorismo della cultura economica europea,
almeno nelle sue dirigenze politiche.
Non sarà certo la dichiarazione del “superamento del keynesismo” pronunciata
dal deputato Pd Boccia ad indicarci la strada per la soluzione della crisi, ma,
al contrario una comune politica economica europea portata avanti dai partiti
socialisti europei congiuntamente e con determinazione.
Nessun commento:
Posta un commento