di Lorenzo Mortara
Rsu Fiom -Rete28Aprile-
Se solo ci fosse, in Italia, una sinistra di classe, se ne fotterebbe
altamente delle interminabili votazioni del loro Presidente
della loro stramaledetta Repubblica.
Se solo ci fosse, in Italia, una sinistra anche solo in grado di non
scimmiottare in tutto e per tutto la destra, ieri, dopo la caduta di
Prodi, impallinato per la seconda volta da D’Alema, avrebbe trovato
il tempo per ridere a crepapelle di miserie che non le appartengono.
Purtroppo, con la “sinistra” istituzionale che ci ritroviamo,
doppiogiochista per manifesta inferiorità e traffichina sempre, ci
tocca sopportare lo spettacolo di veti, tiri incrociati, colpi bassi
e contrattazioni sottobanco per spartizioni di affari comunque non
suoi. La sinistra cretina si immischia in tutte le cretinate del
mondo borghese pena non esservi più ammessa. Guai! Questo non deve
succedere, sarebbe il tracollo. A quello di ieri, forse, c’è
rimedio, a questo no.
Per fortuna chi di sinistra non è ancora istituzionalizzato,
stamattina si è alzato come suo solito bevendo un caffè e aprendo
le finestre. Di drammatico, pioggia a parte, non ha visto niente.
Anzi leggendo le prime strisce quotidiane borghesi, ha pensato di
essersi risvegliato negli anni ruggenti di Topolino con le sue
memorabili gag che davano una carica di ottimismo per tutta la
giornata.
Cosa dice in sostanza la borghesia? A due mesi dalle elezioni è
preoccupata perché senza Premier ha paura di non riuscire più a
soffocare gli operai. Di conseguenza, senza Governo, si sente
soffocare. Al piagnisteo del Governo si affianca ora quello
presidenziale. Una lagna unica e straziante. C’è un traditore su
quattro nel PD e non tre quarti di fessi che costituiscono il 75%
della carcassa di un partito. Per il Re dei fessi, Prodi, e per i
suoi seguaci, si tratta di errori per cui qualcuno dovrà pagare e
rispondere. Dove l’ottusità liberale vede questioni etiche e
morali, noi vediamo scontri tra interessi sociali diversi. Dove chi perde
alza ancora la testa per pretendere pure una resa dei conti appena
fatta sulla sua pelle, noi vediamo l’occasione per infierire ulteriormente sulla sua dabbenaggine e su tutte le nullità pretenziose come lui. Se la disfatta alle
elezioni, ha dimostrato che la Seconda Repubblica, nel campo
borghese, ha un solo politico di razza, Berlusconi, il tracollo del
Mortadella, ci dice che l’ala sinistra del Capitale ha un solo
nostromo capace di tenere il mare della finta Opposizione, e
quest’uomo è D’Alema. Prodi al suo confronto è un volgare
mozzo. Ed è giusto che ritorni immediatamente con la coda tra le
gambe, nel sarcofago da cui l’ha riesumato la sua presunzione.
Presto lo raggiungerà anche Renzi, per lui è già pronto il
mausoleo delle cariatidi premature del centro sinistra. Già perché
Baffino ha sconfitto anche il profeta del nuovo mondo. Il vecchio
rottame del vecchio PC, ha battuto il rottamatore per cappotto. KO
alla prima ripresa. 5 a 0 e pallone gonfiato rispedito a Firenze. Il
vecchio, usato e sicuro, ha impallinato il nuovo che non avanza. E
ora la borghesia s’interroga se non abbia sbagliato ad affidare le
sue future speranze a un somarello che di fronte ai cavalli di razza
fa subito la figura del ciuco qual è. Eh sì, perché la borghesia
comincia a capire che Renzi può andar bene finché si va avanti con
due fazioni di un unico partito, ma se appare all’orizzonte una
terza temibile forza, basterà un pugile che viene suonato alla prima
occasione importante della sua vita? E questa forza è il M5S che i
pennivendoli del Capitale cominciano a riconoscere per quello che
effettivamente è: il vero centro-sinistra, la prima opposizione
entrata nel Parlamento della Seconda Repubblica. Scrive infatti
Panebianco: «è comunque
Grillo, per ora, a condurre il gioco. Si sta affermando come il vero
leader della sinistra italiana (Matteo Renzi può aspirare al massimo
al ruolo di comprimario)».
Ecco perché il PD non può votare Rodotà, perché il Capitale non
può votare il Presidente scelto da un’Opposizione che non
collabora all’inciucio. E inciucio in un modo o nell’altro sarà,
anche a costo di suicidare il PD che è solo personale politico della
borghesia e non può in alcun modo anteporre il suo interesse privato
di partito a quello generale della classe che rappresenta. Questo ci
dice in ultima analisi il tracollo di ieri. A noi non resta che
mettere in guardia i grillini dalle loro illusioni. Rodotà andrà
bene finché non lo voterà il PD. Qualora Rodotà salisse al
Quirinale col voto incrociato dei grillini e dei piddini, l’inciucio
avrà lo stesso volto che avrebbe avuto con Prodi o con Marini, i
quali diventerebbero lo stesso presidenti mascherati solo da Rodotà.
Il M5S per ora non può governare, perché col 25% può solo fare
l’Opposizione. E siccome la sta facendo tutto sommato bene, a noi tocca solo
incoraggiarlo perché la faccia ancora meglio. Ha già fatto fuori
parecchi partiti minori, ora ha l’occasione di vibrare il colpo
mortale che abbatterà il PD. Non se lo lasci scappare per le sirene
di un improbabile inizio di cambiamento. Il cambiamento comincerà
quando saranno per terra, esangui, i due principali partiti che non lo
vogliono. Per ora non si preoccupi se ala sinistra e ala destra del
Capitale eleggeranno il loro Presidente. È inevitabile. Pulito o
sporco che sia, figlio dell’inciucio o meno, sempre il Presidente
della loro Repubblica sarà. E non sta a noi sostenerla, in qualunque
vesti si presenti, a noi spetta il compito di raderla al suolo. Il
giorno che lo faremo, non ci sarà pietà neanche si presentasse al
nostro cospetto candida e pura come la Vergine del Pilar. Anzi in
quel caso lo faremo con ancora più gusto. Un gusto che il M5S,
purtroppo, non può sentire. In mancanza delle nostre papille
gustative, in attesa del loro ritorno, per ora ci basta che ci liberi
dal disgusto di tutti i partiti i borghesi con tutti i loro rampolli
passati, presenti e futuri. La sinistra di classe rinascerà da qui,
o continuerà a dormire il suo lungo sonno.
Stazione dei Celti
Sabato 20 Aprile 2013
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