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i Quaderni di Bandiera Rossa "La Storia è finita" di Norberto Fragiacomo
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sabato 22 dicembre 2012

CHE FARE? di R.C. Gatti -UNA RISPOSTA AL MIO AMICO GATTI di R. Achilli



Pubblichiamo questo interessante dibattito apparso sul sito Facebook della Lega dei Socialisti tra i suoi due migliori economisti sul futuro della sinistra e della LdS in particolare.
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CHE FARE?
di Renato Costanzo Gatti


In un suo post, il compagno Riccardo Achilli indicava, linkandolo, l’articolo di Aldo Giannuli come la chiara esposizione (senza lasciarsi ingannare dal titolo “Sinistra radicale: non c’è più niente da fare”) di ciò cui tende l’area di Bandiera Rossa. (*)
                        
Ho letto con attenzione l’articolo che è uno Spoon river della sinistra radicale, un poetico funerale delle varie formazioni di cosiddetta sinistra che va dalla delusione post-vendoliana, che include (sentite sentite) l’Idv, Grillo, Rifondazione, PdCI, De Magistris, Ingroia, No Tav, No Molin, Alba. Scusate ma da vecchio marxiano mi pare una accozzaglia di soreliani. Lo stesso Giannuli (ecco forse la pars construens indicata da Riccardo) dopo aver riconosciuto che “lo spazio politico della protesta antisistema è totalmente presidiato da Grillo e dai suoi”  (indicando chiaramente lo spazio politico nella protesta antisistema) afferma: “e poi questo metodo di fare prima la lista e poi il soggetto politico non mi convince, proviamo a fare il contrario: prima il soggetto politico e poi la lista che chieda consensi da rappresentare. Una volta, a sinistra, si faceva così perché non rimettiamo in piedi la sinistra radicale iniziando dalla definizione del soggetto politico e della sua pratica delle lotte sociali?”.

Il problema quindi mi pare da lettino psichiatrico; non esiste una realtà da studiare, non esistono problemi da risolvere, non esiste studio per cercare delle soluzioni, non esistono proposte, non esiste un programma per cui lavorare. Esiste solo la ricerca di una identità, schizofrenica allo stato, e l’obiettivo di una pratica delle lotte sociali.
                        
Credo che mai e poi mai, questo si possa definire un progetto egemone. Lo trovo un onanismo schizoide.
  
Non che l’alternativa stia meglio. La carta d’intenti, dopo l’impennata delle primarie è impantanata nel “catrame” mastronardiano della figura di Monti. Probabilmente Bersani ne avrà bisogno per avere la maggioranza al Senato, probabilmente i condizionamenti saranno notevoli visto lo schieramento montiano: Confindustria e anti-confindustria di Marchionne, Montezemolo, benedizione dei sindacati di Bonanni e Angeletti, presa sotto la pesante e soffocante protezione della Chiesa. Monti nasce come una reincarnazione della miglior D.C.
                        
Ho sempre scritto che Monti ha diligentemente attuato ciò che la BCE ci aveva ordinato di fare nell’agosto 2011, ma che egli è culturalmente e politicamente incapace di fare sviluppo e crescita. Perché non è keynesiano, perché non crede nella programmazione, perché vede lo sviluppo solo come asservimento del sindacato ad una imprenditoria che non può essere discussa. Quante volte ha affermato il fatto che il governo non può sindacare le scelte dell’imprenditoria? NON SONO UN DIRIGISTA  ha affermato più volte. Monti è “unfit” a guidare il paese, ma condizionerà pesantemente il già condizionato Bersani, per cui prevedo momenti difficili.
                        
E la sinistra non radicale? A mio modo di vedere non può che appoggiare Vendola nello spostare a sinistra la coalizione PD-SEL-PSI già pesantemente condizionata dalla destra ex margheritina, ma ancor più pesantemente condizionata dal condizionamento del rassemblement montiano.
                        
La Lega dei Socialisti che ha deciso di non appoggiare il triciclo, lasciando liberi i suoi aderenti di votare se lo credevano, alle primarie. Non ha deciso di partecipare ma ha  partecipato al No Monti Day in chiave anti-triciclo, vede ora il cul de sac in cui è andata ad infilarsi? Ha voluto essere pregiudizialmente anti-Pd ed invece di condizionarlo l’ha lasciato nelle sue ambiguità sistemiche, con una operazione autoavverantesi.
                        
Sta poi delineandosi un profilo isolazionista. Non si è redatto un documento che stabilisca la strategia con le altre associazioni socialiste, non ha mandato neppure un delegato a Passignano. Se ci fossi andato, e l’avrei veramente voluto, sarei andato a titolo personale.
                        
C’era una ottima occasione di discutere sul documento economico (che tanta considerazione e riconoscimento ha avuto dalle altre associazioni, ricordo l’intervento di Somaini ad esempio), si poteva parlare di come affrontare le elezioni, ci si poteva chiarire su molti punti su cui abbiamo glissato. Ma la proposta di convocazione è stata lasciata cadere nell’insabbiamento e nel rinvio a dopo le elezioni (sic).
                        
Non capisco cosa stiamo facendo, ma sono decisamente deluso. 

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UNA RISPOSTA AL MIO AMICO RENATO COSTANZO GATTI ED ALLA SUA NOTA "CHE FARE?"
di Riccardo Achilli

In questa nota, fornisco una mia risposta, che reputo doverosa, all'ultima nota dell'amico e compagno Renato Costanzo Gatti (che mi cita), intitolata “Che Fare”? Caro Renato, noto con una punta di inquietudine che nella tua nota “Che Fare” mi citi un po' come se fossi, con le mie posizioni, una sorta di portavoce di Bandiera Rossa. Così non è, non abbiamo portavoce, perché siamo tanti cervelli pensanti, in grado di esprimersi anche da soli. Gli appunti di questa nota sono quindi una mia risposta personale alla tua precedente nota, non concordata né fatta leggere preliminarmente ai compagni di Bandiera Rossa.

Caro Renato, naturalmente condivido in tutto e per tutto la tua delusione circa la LdS, che è anche la mia, per cui non c'è bisogno, credo, di aggiungere alcunché. Credo di poter dire che la Lega sia un soggetto politicamente agonizzante, e ciò a prescindere dalle decisioni assunte, ma semplicemente perché non vi è stato alcun dibattito reale. Non ritengo accettabile che non si sia fissata una riunione sul “Che fare” a ridosso di una tornata elettorale strategica come quella del prossimo febbraio, e nemmeno che non si sia mai discusso dei documenti che le varie anime della Lega hanno prodotto, ad iniziare da quelli di Bandiera Rossa.
Tra l'altro, l'assenza di discussione dei nostri documenti di Bandiera Rossa, certamente anche non condivisibili ma comunque articolati nella loro proposta, fa sì che tu identifichi la nostra proposta complessiva di Bandiera Rossa nell'articolo di Giannuli che citi, che è stato da me usato come estrema sintesi delle nostre posizioni (e quindi necessariamente, come tutte le sintesi estreme, eccessivamente schematico, e che quindi non può riflettere in maniera fedele il pensiero complessivo che abbiamo come Bandiera Rossa). Questo impoverimento della visione delle nostre posizioni è esattamente la conseguenza di un dibattito tenutosi su Facebook (nel caso di specie, peraltro, un dibattito estramamente teso con un compagno evidentemente di cattivo umore) e non nelle sedi appropriate, guardandosi negli occhi, dove anche la complessità può essere evidenziata (mentre il dibattito su Facebook, per la natura stessa di tale strumento, tende ad impoverirsi nello schematismo).
La nostra posizione è semplicemente che la sinistra, oggi, non esiste. 
Il campo della politica istituzionale si divide fra una destra rozza, razzista e impastata di sovranismo e corporativismo, una destra impulsiva e rabbiosa, che esaurisce la sua proposta politica in una richiesta demagogica di legalità e forti tendenze al caudillismo (il grillismo) ed una destra liberista e democratica (il PD ed i suoi addentellati, ivi compreso il PSI, evidentemente incapace, o non desideroso, di costruire una proposta politica che si richiami alle radici del socialismo, schiacciato nel suo rapporto semi-simbiotico con il PD). 
A sinistra di tutto ciò, si agita una confusionaria e magmatica galassia arancione, la cui “proposta” programmatica, sintetizzata nei dieci punti di Ingroia, è a metà fra la demagogia e la proposta tipica di un partito borghese, e soprattutto è priva di analisi, di consistenza, di concretezza. Galassia arancione che, probabilmente, come del resto avviene anche in astrofisica, tenderà a gravitare sempre più strettamente attorno alla più grande e strutturata galassia del centrosinistra, fino a schiantarsi e fondersi in essa.

In queste condizioni, qualsiasi strategia di alleanza politico/elettorale, vista con gli occhi di un movimento che vuol essere di sinistra, è semplicemente priva di senso. Sia perché manca il soggetto di sinistra che dovrebbe promuovere tale alleanza, sia perché i soggetti che vengono da una posizione di sinistra e che sono confluiti nel Triciclo si troveranno schiacciati, in una posizione di sudditanza al PD, dentro il Triciclo stesso, senza poter incidere e senza poterne spostare minimamente il baricentro.
Ciò che succederà nei primi mesi di vita del futuro governo di centrosinistra alleato con il centro montiano (è Bersani stesso a confermare che, quale che sarà l'esito elettorale, egli dialogherà con Monti) è facile da prevedere. Non serve la Sibilla Cumana. Poiché Bersani non viene dalle montagne di sapone, ha fatto inserire nella Carta Comune di Intenti la regola secondo cui le decisioni controverse saranno risolte a maggioranza dei gruppi parlamentari del centrosinistra. La SEL, il PdCI, il PSI, i Verdi, il gruppodi Patta e Salvi, si vedranno recapitare proposte di politica economica e sociale in linea di continuità con il montismo ed estranee alla loro radice politica ed identitaria. Protesteranno vigorosamente, dopodiché tali proposte saranno decise a maggioranza dei gruppi parlamentari, in cui il PD rappresenta il 30% degli elettori, e la sinistra interna al Triciclo, tutta insieme (ammesso e non concesso che riesca a muoversi unitariamente, il che è una ipotesi probabile quanto quella che i somari un giorno possano volare) al massimo il 9-10%. Pertanto, per le differenze di peso all'interno del gruppo parlamentare di maggioranza, la sinistra del Triciclo sarà sistematicamente sconfitta e costretta a sostenere provvedimenti contrari alle sue posizioni, alla sua storia ed alla sua identità. Alla terza, quarta o quinta volta che la sinistra del Triciclo dovrà ingoiare provvedimenti di tipo liberista, l'elettore medio (supportato in ciò dalla stampa di regime) penserà “ma che ca... ci sono entrati a che fare questi qui nel Triciclo, se protestano sempre, ma non incidono mai?” Peggio ancora: l'elettore medio della SEL, o del PdCI, perderà la pazienza e cadrà nell'astensionismo o nel grillismo. E il passsaggio di SEL, del PdCI e compagnia briscola dentro il Triciclo segnerà la definitiva estinzione di ciò che resta della sinistra italiana, esattamente come la sinistra radicale si suicidò con l'esperimento di Sinistra Arcobaleno che partecipò al governo dell'Unione.


Di fronte a tale prospettiva sicuramente disastrosa, di fronte all'autodafé finale, c'è una unica possibilità: ricostruire un movimento socialista radicato dentro la società, con un lungo e paziente lavoro dal basso, di ascolto dei problemi reali del Paese e delle sue classi oppresse, e di costruzione di una proposta politico/programmatica che sia esattamente allineata a tali problemi, e che quindi non sia ideologica, ma concreta. Se si vuole correre in una competizione automobilistica, occorre prima di tutto costruire la macchina utile a correre. Ogni forma di scorciatoia, ivi compresa la proposta di correre sull'auto di qualcun altro, per sperare di razzolare qualche soldo utile alla Causa del Sol dell'Avvenire, non può che costringerti a correre con due persone su una monoposto. In questo caso, una monoposto che deve correre con il peso di due persone si rompe prima della fine della gara, oppure, se arriva miracolosamente a fine gara, arriva ultima.

Caro Renato, mi duole quindi doverti dire che, quando scrivi (cito testualmente) “ Il problema quindi mi pare da lettino psichiatrico; non esiste una realtà da studiare, non esistono problemi da risolvere, non esiste studio per cercare delle soluzioni, non esistono proposte, non esiste un programma per cui lavorare. Esiste solo la ricerca di una identità, schizofrenica allo stato, e l’obiettivo di una pratica delle lotte sociali” dimostri di non aver compreso la nostra proposta come Bandiera Rossa. Proponiamo esattamente il contrario: proponiamo di studiare la realtà, proponiamo di cercare soluzioni ai problemi, proponiamo di lavorare ad un programma concreto, da presentare alla società. E proponiamo di farlo da una fase di ascolto, di ricostruzione e sintesi dei bisogni, di proposizione di un programma alternativo, tramite il quale costruire un movimento politico con la sua identità, che SUCCESSIVAMENTE dialoghi anche con forze quali il PD. Esattamente come fecero i socialisti delle origini, i socialisti ottocenteschi, come fece Turati, che in un'Italia dove peraltro esisteva ancora il voto censitario non si posero il problema di cercare la carega parlamentare, ma di cercare il rapporto con la società.

L'unica cosa che non proponiamo, perché ci sembra suicida, è la fregola, questa sì degna di un approfondimento da parte della psicoanalisi del profondo (visto che nella tua nota le posizioni diverse sono qualificate degne di “lettino da psichiatra”) di dover stare a tutti i costi nella stanza dei bottoni, anche quando in realtà, per farti contento, ti hanno dato una bottoniera fasulla, dalla quale non controlli niente, e che è poco più che un giocattolo da bambini da agitare davanti agli occhi di qualche militante ingenuo (“hai visto, tenimm'anche nuje 'a buttoniera!”). Questa fregola è veramente “onanismo schizoide”, per usare la tua espressione, caro Renato. Perché si colloca in un punto intermedio fra l'incapacità di fare qualsiasi tipo di analisi, replicando stancamente laboratori, peraltro fallimentari, come l'Ulivo e l'Unione, appartenenti a fasi storiche ed economiche molto diverse, il delirio di potere con implicazioni psicoanalitiche delicate, l'opportunismo gretto, l'infantilismo.

Vedi, caro Renato, in questi mesi sono circolate spesso, da parte di compagni che si proclamano comunisti, citazioni del famoso libello di Lenin “L'estremismo malattia infantile del comunismo”, per giustificare l'ingresso di SEL ed altri soggetti di sinistra nel Triciclo. E' vero che in tale libello Lenin faceva appello a compromessi con le forze avverse, ed anche ad alleanze tattiche provvisorie con i partiti borghesi, però ci si dimentica di dire che, secondo Lenin, tali alleanze (la cui opportunità, sempre secondo Lenin, va valutata di caso in caso, in base alle circostanze storiche date) hanno un senso solo in quanto funzionali allo sviluppo del consenso attorno alla sinistra, non in quanto funzionali al suo suicidio. Le alleanze fatte concretamente dai bolscevichi, inoltre, sono realizzate quando già esiste un partito bolscevico con un suo radicamento fra i lavoratori. 
Mentre oggi, per quanto detto sopra, la sinistra non ha tale tipo di radicamento, per cui alleandosi con le forze borghesi non farebbe altro che essere spazzata via, come una foglia staccata dal suo albero in un giorno di vento.

Oggi, per la sinistra italiana, diversamente da ciò che accade negli altri Paesi europei, siamo all'anno zero. Tutta va ricostruito, prima ancora di pensare ad alleanze e partecipazioni elettorali. La monoposto va costruita, prima di iscriversi alla corsa. Le uniche due obiezioni sostanziali che sento fare a tale ragionamento (oltre agli insulti) sono di tipo politico, l'una, e finanziario, l'altra. L'obiezione politica consiste più o meno in questo: “guardate alle forze antisistema che non intendono allearsi con nessuno, ai residui del trotskismo, dell'anarchismo, del leninismo, guardate che peso irrilevante hanno nella società!” Intanto tale obiezione manca di approfondimento dinamico, perché è da vedere se tali forze non saranno, nei prossimi anni, rinvigorite dalla crescente polarizzazione di una società in cui i processi di impoverimento e precarizzazione continueranno a mordere in modo sempre più profondo. Poi va considerato che tali forze hanno il problema di voler a tutti i costi sovrapporre alla società reale schemi ideologici ed analitici del secolo scorso. Chi vuole ricostruire la sinistra, invece, come proponiamo noi di Bandiera Rossa, pur non rinunciando a schemi analitici nella misura in cui ancora utili, deve partire dal basso, dalla società reale, non certo da uno schema sovrapposto dall'alto.
La seconda obiezione è “nun tenimm'sord per fare politica autonomamente”, “anche Grillo ha il suo Casaleggio che lo finanzia”, ecc. Donde la conclusione automatica che occorre appoggiarsi a chi i soldi ce li ha, con l'ovvia conseguenza di perdere per sempre la propria autonomia politica, divenendone mera (ed alla lunga inutile e fastidiosa) appendice. E chi sta a libro paga di qualcun altro, se si rende inutile e fastidioso, viene fatto fuori. A questa obiezione rispondo che, mentre è documentato che ci si è mossi per prendere una costosa sede all'Equilino, non è documentato che ci sia mossi con il dovuto impegno per trovare un “Casaleggio socialista” disposto a finanziarci. Si liquida l'argomento, senza nessuna spiegazione, dicendo che le fondazioni non-bancarie non hanno soldi (sono state monitorate tutte?) e che gli sponsor ti condizionano (come se il farsi eleggere consigliere regionale in quota PSI non fosse condizionante). Non si possono raccogliere soldi dall'autotassazione degli iscritti, perché questi, a quanto pare da dati ufficiosi (in assenza di quelli ufficiali, mai comunicati) sarebbero 40 o 50 (ma vi è chi dice che sono solo 35). Non si approfondisce però il fatto che Grillo ottiene successo anche perché parla ad italiani stanchi di una politica fatta solo di tatticismi e di manovre di vertice, di partiti senza democrazia interna. E che forse, se la LDS fosse un partito a maggiore democrazia interna (dove cioè ad esempio le scelte elettorali del suo leader si discutono, o quantomeno si comunicano, anche senza discuterle) e non fosse impegnato in una politca fatta tutta quanta di scelte elettoralistiche e di schieramento, e lavorasse maggiormente nel sociale, nelle piazze e con i movimenti, forse di iscritti ne avrebbe di più, e quindi l'autotassazione diverrebbe uno scenario praticabile.

Per concludere, caro Renato, come vedi le posizioni di Bandiera Rossa sono molto più articolate di quelle, caricaturali, che vuoi spacciare nella tua nota “Che Fare”. E non ci sono giustificazioni politiche o finanziarie valide ad una scelta elettoralista di partecipazione al Triciclo, che non siano meramente di potere (o per meglio dire di autoillusione di partecipare ad un potere nel quale invece si sta come semplici giullari, ed i giullari hanno una utilità a tempo determinato). Ad ogni modo, lascia che io ti faccia, con il cuore, i più sinceri auguri di buon natale e felice e proficuo anno nuovo, che estendo a tutti i compagni (fra breve, ex compagni) della Lds. Ed a Franco, se mai dovesse ancora leggere il dibattito su facebook faccio, senza ipocrisia, gli auguri per le sue ambizioni personali, legittime ma a mio avviso dannose per lui stesso.


21 dicembre 2012
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(*)  L'articolo di Aldo Gianulli si può leggere in questo sito

http://ilmarxismolibertario.wordpress.com/2012/12/06/sinistra-radicale-non-ce-piu-niente-da-fare-di-aldo-giannuli/





1 commento:

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