YANKEE GO HOME!
di Lucio Garofalo
L'ideologia che ispira la politica del renzismo, che
definire "vandalico" sarebbe un eufemismo, è riconducibile ad una
propensione ad assecondare i "poteri forti" (in primis, la
Confindustria), ma anche gli umori e gli istinti più irrazionali e
viscerali delle fasce sociali più retrograde, qualunquiste e rozze della
popolazione italiota. Le spinte retrive si possono riassumere in una
volontà di azzerare o neutralizzare quelli che sono gli effetti ancora
vivi, in termini di progresso e di emancipazione civile e culturale,
generati dalle battaglie sociali e dai movimenti politico-sindacali
sorti dal biennio 1968/69.
Credo che gioverebbe ricordare la provenienza
anglosassone di determinate teorie oggi in voga, che in Italia vengono
accolte sempre con ritardo, quando magari altrove, nei luoghi di
origine, sono già in crisi o sono state messe in discussione. Mi viene
in mente, ad esempio, lo psicologo americano Benjamin Samuel Bloom, che
propose la costruzione di classificazioni gerarchiche degli obiettivi
educativi, chiamate "tassonomie". I criteri da adottare per costruire
tali classificazioni devono essere didattici, logici, psicologici,
oggettivi e, soprattutto, articolati secondo una complessità crescente.
La tassonomia di Bloom considera tre sfere: cognitiva, affettiva,
psicomotoria. Quella cognitiva è articolata in sei categorie
fondamentali, analizzate a loro volta in sequenze di complessità
crescente:
- conoscenza: capacità di richiamare alla memoria fatti, metodi e processi, modelli, strutture, ordini;
- comprensione: conoscere quello che viene comunicato senza stabilire
necessariamente rapporti fra i materiali; è il livello più elementare
del capire;
- applicazione: utilizzazione delle rappresentazioni astratte (idee
generali, regole di procedimento, metodi diffusi, principi, idee,
teorie) in casi concreti;
- analisi: separazione degli elementi di una comunicazione in modo da
rendere chiara la gerarchia delle idee e/o dei rapporti fra le idee
espresse;
- sintesi: riunione di elementi e parti per formare un tutto in modo da
formare una struttura che prima non si distingueva chiaramente;
- valutazione: formulazione di giudizi qualitativi e quantitativi sul
valore del materiale e dei metodi utilizzati per uno scopo preciso, su
criteri prestabiliti.
La "tassonomia" di Bloom fu applicata in seguito
nel cosiddetto "Mastery Learning", che si può tradurre in "apprendimento
per la maestria". Si tratta di un modello di azione didattica che mira
ad un processo di apprendimento efficace per il più elevato numero di
allievi. La procedura prevede il frazionamento e l'ottimizzazione del
percorso formativo, per una democratizzazione dell'azione educativa.
In
effetti possono scaturire alcuni vantaggi dalla pratica del "Mastery
Learning", che è una delle metodologie di insegnamento/apprendimento
che, in condizioni ancora sperimentali, ha comunque permesso di
conseguire livelli di apprendimento ottimali a circa l’80-85% degli
allievi , mentre di solito simili traguardi vengono conseguiti da un
numero esiguo di studenti.
Aggiungo un'altra osservazione sull'origine
aziendalista/capitalista del "Mastery Learning". Verificando il successo
dell'organizzazione aziendale di tipo tayloristico, negli USA si pensò
di applicare il modello tayloristico anche al mondo della scuola. Venne
enfatizzata l'azione del docente con una concezione di ispirazione
comportamentista.
Infatti, la teoria del "Mastery Learning" si basa su
un'interpretazione di origine comportamentista della didattica. Per
trasmettere sapere basta dedicare il tempo necessario alla trasmissione
di contenuti, magari anche attraverso ripetizioni continue. Per questo
il docente deve essere responsabilizzato e preparato. In questa visione
vengono però trascurati altri elementi decisivi del processo di
insegnamento/apprendimento. In modo particolare viene dimenticata la
centralità dell'alunno, mentre l'attenzione è tutta posta sul docente.
Se l'allievo non apprende, per la teoria del "Mastery Learning" basta
ripetere la spiegazione.
Insomma, questa americanizzazione eccessiva che
oggi imperversa nei vari rami dell'economia, della politica e della
società italiana, agisce come un virus contagioso che infetta persino le
aree che un tempo parevano immuni, come la sfera scolastico-educativa,
laddove la tradizione nazionale si attestava su posizioni d'eccellenza e
all'avanguardia.
Nessun commento:
Posta un commento