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martedì 28 ottobre 2014

LA NOSTRA SOLIDARIETA' A TURIGLIATTO

Turigliatto, denunciato da Forza Nuova, «costretto a perder tempo per spiegare che il fascismo era fascista». Da Syriza a Podemos, dalla Cgil al Prc, centinaia di firme solidali

di Checchino Antonini
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«Da incriminato confermo la mia solidarietà e sottoscrivo». Quello dello scrittore Erri De Luca, anche lui nel mirino della magistratura per la solidarietà No Tav, è solo uno delle centinaia di messaggi giunti a Franco Turigliatto nelle ore successive al lancio dell’appello di solidarietà antifascista. Luigi Surdich, ordinario di letteratura italiana all’Università di Genova, ha aderito trascrivendo due righe di Tabucchi: «E’ avvilente dover perder tempo per spiegare che il fascismo era fascista» (da “L’oca al passo. Notizie dal buio che stiamo attraversando”, Feltrinelli). Ed è proprio quello che sta accadendo a Turigliatto, dirigente della Quarta Internazionale in Italia dal ’69 fino ad ora con Sinistra Anticapitalista, dovrà affrontare un processo contro Forza nuova per una vicenda di sei anni fa.
Era la campagna elettorale delle politiche del 2008 quando Turigliatto, senatore di Sinistra critica, lasciò lo studio di Porta a Porta in polemica con l’arrivo di Roberto Fiore. Quasi sei anni dopo sarebbe stato condannato, con decreto penale (ossia senza processo e senza sapere di essere accusato) per una presunta diffamazione del leader di quell’organizzazione di estrema destra che satura da anni la cronaca nera con le gesta violente contro migranti, persone glbtq e militanti di sinistra.
In questi giorni, l’organizzazione in cui milita Turigliatto, Sinistra Anticapitalista, s’è attivata nell’appello. Diversi soggetti hanno lavorato e svolto ricerche per la compilazione di un dossier da mettere a disposizione del collegio di difesa nel processo pubblico scaturito dall’inaccettabilità di quel decreto penale.
Tra le prime firme quelle di Noam Chomsky del MIT di Cambridge e Ken Loach (suoi film come Piovono Pietre o Terra e libertà). Loach e Chomsky si attivarono a sostegno di Turigliatto quando, da senatore, condusse una lunga campagna contro la guerra in Afghanistan.
La lettura delle centinaia di firme, quasi mille in tre giorni, è una mappa di attuali e storiche resistenze in Italia e in Europa, di volti noti e militanti di base, sindacalisti e docenti universitari, parlamentari greci di Syriza e spagnoli di Podemos. Ci sono, tra gli altri, Eleonora Forenza (eurodeputata de L’Altra Europa con Tsipras, capo delegazione italiana al Gue), Haidi Giuliani, mamma di Carlo, Stefania Zuccari, mamma di Renato Biagetti, ucciso dai fascisti nel 2006, Daniele e Maria Varalli, fratello e madre di Claudio, ucciso dai fascisti a Milano, Nicoletta Dosio, storica figura della Valsusa contro il Tav, Erri De Luca, appunto, e Marco Rovelli; giuristi come Gianni Ferrara e Rescigno, Loredana De Petris, presidente dei senatori di Sel, Russo Spena e Giorgio Nebbia, Alex Zanotelli e Vittorio Agnoletto, Marco Revelli e Giorgio Cremaschi e, ancora, Sergio Bellavita, portavoce di Il sindacato è un’altra cosa, l’area dell’Opposizione di sinistra in Cgil, in compagnia di settori del sindacalismo di base come Fabrizio Tomaselli dell’Usb.
Dall’estero, si possono leggere le firme di Michel Husson, economista, di Attac Francia, di Alain Bihr, Teresa Rodríguez-Rubio, eurodeputata di Podemos, del belga Eric Toussaint, presidente del CADTM, di Charles-André Udry, economista e editore del sito web svizzero alencontre.org, del britannico Gilbert Achcar, professore del SOAS di Londra, dei greci Antonis Ntavanelos e Sotiris Martalis di SYRIZA.
Spiccano, tra le adesioni collettive, quelle di circoli di base di Rifondazione comunista, di Ross@, del giornale Contropiano, della onlus Medicina Democratica, dell’Anpi, della sinistra rivoluzionaria sarda di Sisma, delle reti antifasciste milanesi. Moltissime le firme torinesi, dalla città in cui Turigliatto vive.
E’ una lista incomprimibile in un articolo che ha la sola ambizione di descrivere e rilanciare una campagna che non è solo legata all’urgenza di una vicenda processuale ma al compito di lunga durata di dover spiegare, in epoca di memoria labile, che “il fascismo è fascista”, che non è una questione di nostalgia residuale ma uno strumento nelle mani delle classi dominanti da utilizzare contro i lavoratori e i movimenti sociali. Tra le tante lettere chiudiamo con quella degli spagnoli di Izquierda anticapitalista: «Caro Franco, tutti i compagni di Izquierda Anticapitalista dello stato Spagnolo ti sono solidali per questo ingiusto processo. L’antifascismo non è una parola vuota che rimane scritta sulla carta costituzionale, ma è un ideale concreto che deve essere esercitato in ogni momento. Ci sembra grottesco che ti processino per aver chiamato fascista e xenofobo un movimento politico che esprime chiaramente ideali del fascismo italiano, politiche razziste contro gli immigrati, contro gli omosessuali, che tiene rapporti con Alba Dorata ed altri movimenti neonazisti europei. Chi ti conosce sa benissimo che questo avvenimento non ti farà retrocedere neanche un passo e che la tua coerenza sará rafforzata anche perché non stai solo. Noi, come Antifascisti, stiamo con te. ¡MUCHA SUERTE COMPAÑERO FRANCO!»








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