14 NOVEMBRE: FIASCO A
POMIGLIANO PER LA FIOM?
-Vita di delegato V-
di Lorenzo Mortara
RSU Fiom-Cgil
Le
colonne della stampa (vedi articolo fotografato sotto) hanno
subito sottolineato il fiasco della Fiom nello sciopero del 14
Novembre a Pomigliano, ignorato a loro dire dai lavoratori dell’ex
Fabbrica Italia. Qualche lavoratore si è subito premurato di farcelo
sapere appendendo nella nostra bacheca sindacale l’articolo appena
citato. Di regola, la stampa in generale non fa testo, figuriamoci La
Stampa degli Agnelli, cioè dei servi quotidiani dei padroni
della FIAT. Prendere quel giornale come punto di riferimento, è come
basarsi sulla testimonianza di Giraudo per dedurre l’innocenza di
Moggi. Non è dai padroni e dai pennivendoli al loro servizio che
bisogna informarsi sulla riuscita dei nostri scioperi, ma dai
lavoratori stessi. Pomigliano non ignora affatto lo sciopero della
Fiom, come titola La Stampa, chi lo vorrebbe ignorare
indipendentemente dalla riuscita sono i padroni di Pomigliano, perché
degli scioperi hanno paura anche solo a nominarli. Da questo punto di
vista lo sciopero a Pomigliano, come qualunque altro sciopero, è
perfettamente riuscito. Quand’anche però lo scribacchino dica il
vero (e tanto lontano dal vero non è) non c’è da stupirsi: del
50% dei lavoratori che Marchionne ha messo in cassa integrazione, c’è
tutto il fior fiore della Fiom, i lavoratori più coscienti e
combattivi di tutti i metalmeccanici. A lavorare a Pomigliano sono
rimasti crumiri, mezze cartucce e altri meritevoli aspiranti schiavi.
Anche nel 1980, dopo la storica sconfitta ad opera dei 40˙000
marcianti ai piedi dell’Avvocato, alla Fiat non si mosse operaio
per anni, perché il precedente Marchionne, e cioè Romiti, quello
che oggi, per via di alcune sue melense dichiarazioni fuori luogo e
fuori tempo massimo, la solita, insopportabile intellighenzia
di corte “a sinistra”, fa passare come l’antitesi all’uomo
col maglioncino, fece fuori, proprio come il suo successore, tutta la
vecchia guardia della Fiom, che allora era nascosta sotto il manto
dell’FLM, ma non tanto da non dare nell’occhio lo stesso, ed
essere riconosciuta dal vecchio satrapo. Tuttavia,
anche se a Pomigliano sono rimasti i lavoratori più deboli e
impauriti, un crumiro non è mai crumiro per sempre. Il
crumiro di ieri, assunto oggi come schiavo a Pomigliano, sarà il
ribelle di domani che imparerà sulla sua pelle a scioperare e a
spezzare le catene.
Bisogna solo dargli il tempo di fare l’esperienza che gli manca. E
noi gliela daremo, e quando sarà pronto saremo lì per aiutarlo.
Speriamo, per allora, di trovarci anche gli attacchini che si
felicitano quando gli scioperi falliscono, perché in caso contrario,
non ci saranno più notizie da appendere, e gli attacchini dovranno
passare direttamente ai manifesti funebri, e il primo sarà il loro.
Ho buone ragioni di credere che tutto ciò non accadrà. Nel 1980,
infatti, eravamo un movimento operaio in fase discendente, ora siamo
in un periodo di ascesa, anche se i filistei ancora non se ne sono
accorti. Anche perché la Fiom che dovrebbe accelerare i tempi, negli
ultimi sta facendo il possibile per ritardarli più di quanto già
non ci abbiamo fatto aspettare. E li aspetteremo ancora per un po’
finché la Fiom starà alla coda della Camusso nelle piazze e siederà
ai banchetti referendari in compagnia dei forcaioli dell’italietta
dei plusvalori e degli eroi di Stalinismo, Inquinamento e
Libero commercio. E se fiasco c’è stato il 14, il fiasco è
quello e solo quello. Perché per quanto la Fiom la stia ritardando
con i suoi tentennamenti, la Storia è di nuovo in marcia, e chi vede
nel fiasco dello sciopero a Pomigliano la prova dell’adesione dei
lavoratori al Progetto Marchionne, non ha ancora capito un tubo di
lotta di classe. Le condizioni a Pomigliano sono così terribili che
gli operai sanno bene che nessun sciopero simbolico di 4 ore può
riuscire. Perciò il 14 Novembre hanno conservato le energie. Lo
sciopero mancato a Pomigliano non indica affatto la resa degli
operai, al contrario è il simbolo della rincorsa che stanno
prendendo per la loro imminente riscossa.
Stazione
dei Celti
20
Novembre 2012
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