assisi, un’esperienza confortante
di
Norberto
Fragiacomo
Alcuni
compagni mi hanno comprensibilmente domandato un resoconto sul Forum Europeo di
Assisi, cui ho partecipato, ma mi tocca deluderli: troppi i dibattiti per
riassumerli tutti, troppe le idee espresse per cacciarle in un anonimo file
word. A breve, per fortuna, saranno disponibili le registrazioni degli
interventi (sul sito http://sollevazione.blogspot.it/,
naturalmente); nell’attesa, mi limiterò a qualche osservazione improvvisata,
mirante a rendere il sapore di un evento a suo modo unico, nel panorama
abbastanza stagnante della sinistra c.d. “radicale”.
Raduno di “sovranisti”, anzitutto – cioè di chi
ritiene che una ricostruzione in senso socialista e democratico della società
non possa che partire dalla riappropriazione, da parte dei popoli oppressi,
della sovranità nazionale, cancellata dalle dinamiche della globalizzazione – e
raduno realmente europeo, che ha visto la partecipazione di relatori provenienti
da ogni angolo del continente (Grecia, Spagna, Francia, Germania, Austria,
Ucraina, Russia e Ungheria… e spero di non aver dimenticato nessuno). Nomi
prestigiosi, di attivisti e studiosi; qualche ospite atteso che alla fine ha
marcato visita. Altri (Fusaro, Brancaccio…) hanno fatto sentire la loro voce da
lontano, recando un prezioso contributo di analisi, ma involontariamente
sottraendosi alle infuocate – ed assai stimolanti – discussioni finali. Prima
annotazione: nelle due tende allestite nel camping il pubblico è a tratti
folto, ma sempre vivace.
Dopo un
lungo viaggio in auto da Trieste e qualche difficoltà a trovare sistemazione in
albergo (l’organizzazione va un po’ in tilt sugli aspetti logistici, ma è
fisiologico: sono pur sempre dei volontari, che in ogni caso fanno del loro
meglio), scendo per una delle stradine dai nomi ispirati al Cantico e trovo
Leonardo Mazzei, uno dei “padroni di casa”, a confronto con Giorgio Cremaschi
nella Tenda A. Giorgio, strepitoso oratore e compagno alla mano, non è mai
stato un sovranista, ma non è qui per polemizzare: i due relatori cercano un
terreno comune, e su molte questioni lo trovano. Il tema è “La resistibile
ascesa di Matteo Renzi”, ma inevitabilmente si deborda, parlando di Europa, di
trattati e diktat. L’Unione Europea non è
riformabile: su questo concordano tutti i presenti, e il concetto sarà
ribadito, nella tavola rotonda serale, dallo stesso Cremaschi, da Beppe De
Santis e da Santiago, un giovane e assai preparato compagno di Izquierda Unida,
che l’indomani proporrà un’interessante analisi filosofica sulla dissoluzione
del suo Paese. De Santis, in un intervento “barocco” (copyright spagnolo) ma estremamente efficace, ricorda il ruolo da
“convitato di pietra” dell’URSS ai tavoli di trattativa degli anni ’60-’70: il
welfare non è un regalo alle classi lavoratrici, bensì una concessione imposta
all’elite da circostanze geopolitiche che, con la fine del secolo, mutano
radicalmente.
Manca qualcuno? Sì, i due esponenti di Rifondazione Fantozzi e
Ricci, che all’ultimo istante hanno dato forfait. Assenza giustificata, ci
mancherebbe, ma spiacevole. Mi sforzo di seguire i ragionamenti con tutta
l’attenzione concessami dai postumi della sfacchinata in auto, dall’ora (per
me) tarda e dal Forum che ho condotto da poco prima delle sei all’ora di cena.
I forum non si conducono, lo so: vi si prende parte, ma Giovanni Favia,
“grillino” pentito, è rimasto a casa per un’indisposizione e allora spetta al
sottoscritto relazionare su natura e prospettive del M5S. Ci provo: un
intervento che taluni giudicano interminabile (la stringatezza non è il mio
forte!) e persino apologetico, ma che suscita estrema curiosità – desumibile dalla
quantità di domande e precisazioni provenienti dal pubblico – e critiche
costruttive. Già nel 2013 il MPL di Pasquinelli ha dato indicazione di votare
Grillo, ma resto sorpreso dal gran numero di pentastellati doc intervenuti.
Alcuni espongono con pacatezza e buon senso le loro ragioni; con altri – due
giovani consiglieri comunali di Osimo – discorrerò la sera seguente, accanto ai
tavolini del bar. Tralasciamo le etichette e guardiamo al contenuto: sono
compagni, che destano in chi scrive un’eccellente impressione – è anche vero,
però, che ad essere attratti da simili convegni sono i 5 Stelle che
maggiormente ci somigliano. E’ possibile una collaborazione futura? A mio
parere sì, in ogni caso tentar non nuoce. Il già citato De Santis – esperto di
economia con lunga esperienza sindacale ed esponente dei Meridionalisti
Italiani – si rivela uno interlocutore affascinante, ma più in generale si
coglie, nell’aria, una volontà di collaborare e superare antiche ruggini che
induce ad un moderato ottimismo.
Sabato sera, alla tavola rotonda “Quali
alleanze per la liberazione?”, suscita qualche polemica l’intervento di Franco
Russo (Ross@ c’è, ad onta delle difficoltà, e il dato mi sembra di per sé rilevante)
che, però, al pari degli altri oratori, vede nelle istituzioni europee un
nemico: forse è solo questione di intendersi, ricordando – e ricordandoci – che
avversare la UE implica, come logica conseguenza, il ripudio dell’euro. Il vero
discrimine è rappresentato, a mio avviso, proprio dall’atteggiamento nei
confronti dell’Unione: c’è chi la ritiene riformabile “dall’interno” (illusione
contraddetta dai fatti, esito elettorale compreso) e chi, al contrario, vede in
essa uno strumento delle lobby economiche, un costume da carnevale della NATO -
attualmente impegnata in un braccio di ferro con la Russia che l’alleanza a
guida americana ha voluto e sta pericolosamente alimentando, supportata da una
disgustosa propaganda mediatica. La mia posizione è ben nota al lettore: pur
non essendo ossessionato dall’euro (secondo me soltanto un’arma affidata al
sicario dal suo mandante), mi ascrivo senza perplessità alla categoria degli euroscettici.
Dissi una volta che un bordello (la UE) non può essere riadattato a basilica
(un’Europa democratica e socialista), e ribadisco in questa sede l’opinione già
espressa.
Che altro
aggiungere? Che l’aver portato ad Assisi esponenti di partiti importanti come
Izquierda Unida e Podemos testimonia la serietà del lavoro svolto dagli
organizzatori, tra cui spicca ancora una volta la figura di Pasquinelli nelle
infinite vesti di presentatore, polemista, interprete/traduttore e “progettista”
di un’iniziativa non meno riuscita di quella di Chianciano.
Posso anche
fermarmi qua: tutto il resto – dal battesimo del Coordinamento nazionale della
Sinistra italiana contro l’euro all’impegnativa dichiarazione finale, firmata
dai rappresentanti di varie organizzazioni europee d’area – lo troverete sul
blog di Sollevazione.
Se sapremo
valorizzare i numerosi punti di contatto - che riguardano l’essenziale - saremo
compagni in un lungo cammino e forse, strada facendo, lo sparuto gruppo di
pionieri si ingrosserà, diventando una massa agguerrita e consapevole.
Nessun commento:
Posta un commento