di Franco Bartolomei
Cari Compagni, cominciamo un po' a chiarirci le idee sul PSE.
Un
PSE attorcigliato come ora sui problemi del governo dell'euro, attento a
non urtare le prospettive politiche dei partiti aderenti, e privo di
una capacità di ragionare su un piano globale con tutte le forze
politiche progressiste che dirigono gli altri scacchieri mondiali, ed
in particolare i grandi nuovi produttori mondiali emergenti, non può
costruire in piena autonomia progettuale un nuovo modello di sviluppo
continentale, in quanto non è nelle condizioni di valutare e concordare
in una logica di cooperazione e sviluppo le interazioni mondiali che un
progetto innovativo di tale portata implicherebbe necessariamente.
E'
necessario che il consolidamento del PSE non implichi un ulteriore
affievolimento di ruolo della Internazionale Socialista, che può essere
il solo luogo politico in cui l'Europa progressista può riuscire ad
interloquire direttamente con i partiti, ad essa più vicini, che
guidano alcuni dei grandi paesi emergenti mondiali in fase di ESPANSIONE
ECONOMICA ed in condizioni di piena SOVRANITA' delle loro rispettive
istituzioni statuali rispetto al governo dei processi economici e
sociali. Quest'ultimo determinante elemento costituzionale, tuttora
solidamente connaturato alla situazione dei BRICS, ad oggi assente
nelle dimensioni statuali dei paesi d'Europa e pressoché ancora
inesistente nelle stesse istituzioni comunitarie, attribuisce a queste
specifiche forze politiche una autonomia decisionale che può costituire
elemento non secondario di rafforzamento della stessa forza politica
del movimento socialista europeo, qualora questo sia in grado di
ricostruire con essi un quadro di rapporti politici fondato su una
condivisione di valori nella interpretazione delle linee dello sviluppo
necessario e sostenibile del mondo.
Mi
riferisco in particolare al Partito dei Lavoratori di Lula che guida il
Brasile, al Partito del Congresso che guida l'India, e all'African
Nazional Congress che guida il Sud Africa, tre dei cinque BRICS, i quali
tutti e tre prima dell'avvio dei processi di globalizzazione globale,
all'epoca della grande iniziativa della INTERNAZIONALE SOCIALISTA
guidata da PALME, BRANDT, KREISKY, MITTERAND e CRAXI, negli anni
1974/1987, facevano parte della IS con il ruolo di osservatori speciali.
E'
sotto gli occhi di tutti come nonostante i processi di integrazione
economica e commerciale mondiale, seguiti alla fine del comunismo ed
alla riunificazione dei mercati, abbiano marcato prepotentemente lo
scenario mondiale condizionando tutte le relazioni geo-politiche
mondiali e le regole finanziarie e commerciali tra gli stati, e
conseguentemente le politiche economiche interne, L'Internazionale
Socialista al contrario non sia divenuta il punto di incontro
internazionale di tutte le forze interessate a democratizzare e
riequilibrare socialmente i processi in atto.
Occorre
rivitalizzarla assolutamente ed evitare che il Socialismo democratico
si rinchiuda in quell'eurocentrismo che i grandi Partiti Socialisti
dell'epoca Keynesiana hanno sempre voluto evitare dando impulso alle
politiche della integrazione NORD-SUD, e del dialogo EST-OVEST.
Il
PSE se vuole divenire forza progettuale a livello mondiale, e non
spaurito, fragile ed incostante difensore di una particolarità europea
in crisi, appiattito e condizionato dalle logiche interne
Franco-Tedesche, deve interpretare il proprio ruolo come parte del
movimento Socialista internazionale rappresentato e reso operante della
ripresa di un forte ruolo della IS.
Non
e' piu' possibile che tutte le problematiche inerenti i processi di
globalizzazione, e le ricadute nella economia europea dei processi di
integrazione economico-commerciale- finanziaria mondiale, vengano
affrontate nel rapporto con i BRICS esclusivamente dal governo
americano, o nei rapporti interni tra le grandi istituzioni economiche
mondiali come l'OCSE o il WTO, in un rapporto esclusivo tra estranee
istituzioni politiche di governo, ed in alcun modo tramite consessi
internazionali tra le forze politiche progressiste e democratiche che
nei diversi paesi operano nel solco della antica appartenenza o
frequentazione dell'INTERNAZIONALE SOCIALISTA.
Il
PSE non serve ad interpretare una soggettività ripiegata sul vecchio
continente che risucchia nelle sue difficoltà progettuali, e nelle sue
timidezze rispetto alle rispettive politiche nazionali degli stati
europei, il possibile ruolo di dialogo, comprensione e progettazione
di un diverso assetto dei rapporti internazionali che ha sempre avuto, e
potrebbe utilmente tornare ad avere L'INTERNAZIONALE SOCIALISTA.
Uno
degli aspetti della involuzione liberista della socialdemocrazia
europea degli anni passati, che abbiamo assolutamente necessità di
rimuovere, è proprio rappresentata dalla perdita di peso della IS, e
dalla scarsissima attenzione che ad essa viene tuttora riservata dai
partiti aderenti al PSE, allora tutti abbacinati dalla illusione in uno
sviluppo tendenzialmente illimitato, conseguente alla riunificazione
del mecato mondiale, in grado di costituire il presupposto materiale di
processi di mobilità sociale irreversibili, destinati a risolvere
perennemente la questione sociale nelle società occidentali
terziarizzate e finanziarizzate. La persuasione illusoria in questo
possibile quadro evolutivo ha condotto ad una accettazione passiva di
uno stato dei rapporti internazionali, politici ed economici,
scaturito dal crollo dell'URSS e dal decollo economico del terzo mondo,
che rendeva apparentemente marginale il ruolo di uno strumento politico
di ispirazione internazionalista che si è erroneamente ritenuto fosse
ormai appartenente ad una fase della storia del Socialismo Europeo,
quella del contrasto al vecchio imperialismo, gloriosa, ma ormai
inevitabilmente relegata al culto della memoria.
Un
PSE eurocentrico, anzi euro-baricentrato, non serve a nulla perché non è in condizione di affrontare alle radici i problemi che
costringono le classi dirigenti europee a mettere in discussione il
modello di relazioni sociali che ha finora caratterizzato il vecchio
continente, e non avendo la percezione di una scala globale delle
questioni non riesce a misurare con piena consapevolezza la reale
portata delle scelte necessarie a costruirne uno nuovo in grado di
risolvere la crisi che ci attanaglia. Un PSE assente dal confronto con le
forze che dirigono i nuovi paesi in crescita si rende, al tempo stesso, privo di una capacità di lettura dei processi in atto con occhi
autonomi rispetto a quelli ufficiali delle istituzioni economiche
europee e mondiali, riproducendo rispetto allo scenario delle
interrelazioni economiche mondiali lo stesso disastroso atteggiamento
subalterno già visto rispetto ai processi di omologazione delle nostre
società europee alle scelte di modello indotte dal sistema di crescita
neo-liberista.
Un PSE del genere, così come lo conosciamo ora privo di una proiezione extra-europea, non puo' quindi, sopratutto se rifiuta la logica di un rifrazionamento per aree omogenee del mercato mondiale, decollare come soggetto anticipatore e protagonista di una grande svolta di sistema, ed è destinato a lasciare sempre piu' ai movimenti no-global o anti-finanza un inevitabile ruolo di supplenza, che non riesce in ogni caso, evidentemente, a tradursi in un progetto di modello alternativo.
Occorre
quindi riattivare una piena operatività politica ed organizzativa
della INTERNAZIONALE SOCIALISTA, portando il PSE a concepire se stesso
non come la vestale del "dover essere" dei governi d'Europa, ma come
parte di un processo di cambiamento globale che deve vedere come
protagoniste anche le forze che rappresentano il mondo del lavoro nei
grandi paesi emergenti, aprendo da subito con i tre partiti
progressisti alla guida di Brasile, India e Sud Africa un forte,
fraterno, immediato, e diretto rapporto di confronto sui problemi
esistenti, collaborazione sulle prospettive, ed elaborazione comune dei
programmi di intervento correttivo sugli squilibri del mercato globale, del modello finanziario e dei rapporti sociali e produttivi da
questi indotti.
FRANCO BARTOLOMEI segreteria nazionale del Partito Socialista
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