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i Quaderni di Bandiera Rossa "La Storia è finita" di Norberto Fragiacomo
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venerdì 19 ottobre 2012

ESSERE TROTSKISTA AL GIORNO D'OGGI di Nahuel Moreno




di Nahuel Moreno


Pubblichiamo, ringraziando Riccardo Orru per la eccellente traduzione, un breve testo del celebre trotskista argentino Nahuel Moreno, confidando che anche i lettori di diverse tendenze politiche sappiano superare pregiudizi identitari e vedere, in questo testo, una lezione fondamentale del trotskismo, ovvero l'esigenza di una lotta politica condotta non soltanto sul livello nazionale. Un fatto di grande attualità anche oggi, posto che le sinistre politiche dei Paesi PIIGS dovrebbero ritrovare forme di coordinamento nel confronto con Bruxelles e la Trojka, a partire da un manifesto dei Paesi euromediterranei per una diversa politica economica e sociale in ambito europeo, superando lotte meramente nazionali contro le politiche neoliberiste in atto - La Redazione


In un reportage realizzato nell`agosto del 1985 e che fu pubblicato per la prima volta nel 1988 (profilo biografico Cuadernos de Correo Internacional), Moreno definiva così il significato dell’essere trotskista:
"In linea di massima, significa difendere le posizioni di principio del socialismo e del marxismo. E’ sostenere che i trotskisti oggi sono gli unici difensori, secondo il mio criterio, della naturale impostazione marxista.
Iniziamo con il capire cosa significa essere marxista. Non possiamo farne un culto, come fatto con Mao o con Stalin. Essere trotskista oggi non significa essere d’accordo con tutto quello che disse Trotsky, senza criticarne la posizione o superarla, come con Marx, Engels o Lenin, perchè il marxismo pretende di essere scientifico e la scienza insegna che non ci sono verità assolute. Questo è il primo punto; essere trotskista significa essere critici, anche del proprio trotskismo.
Per quanto riguarda l’aspetto positivo, essere trotskista significa rispondere a tre chiare posizioni  programmatiche. La prima sostiene che, se il capitalismo è presente  nel  mondo o in un determinato paese, non sarà possibile trovare una soluzione di fondo per alcun problema:  cominciando dall`educazione e dall`arte e passando per problematiche generali, come la fame, la povertà crescente ecc.
A questo, anche se non è esattamente lo stesso, si aggiunge il criterio che è necessaria una lotta senza pietà contro il capitalismo, fino a distruggerlo, in modo da imporre un nuovo ordine economico e sociale nel mondo, che altro non può essere che il socialismo.
Secondo problema: in quei luoghi dove la borghesia è stata espropriata (parlo dell’URSS e di tutti quei paesi che si dichiarano socialisti), non c’è alcuna via d’uscita che non sia  la costruzione di una democrazia operaia. Il grande male, la sifilide del movimento operaio mondiale è la burocrazia, i metodi totalitari che esistono in questi paesi e nelle organizzazioni operaie, i sindacati, i partiti che si dichiarano a favore della classe operaia e che si sono corrotti a causa della burocrazia interna.  Questo è sicuramente il grande merito di Trotsky, che fu il primo ad implementare questa terminologia, oggi universalmente riconosciuta. Tutti parlano di burocrazia, a volte perfino i governanti di quegli stati che noi chiamiamo operai. Quando non esiste una vera democrazia, non si può pensare di costruire il socialismo. Il socialismo non è semplicemente un`organizzazione economica. L’unico movimento che fece questo tipo di analisi è il trotskismo, che fu anche l’unico che sancì  la necessità dell’esito rivoluzionario in tutti gli stati e anche nei sindacati, per la costruzione di una democrazia operaia.
La terza questione, decisiva, è che è (il trotskismo ndt) l’unico sistema coerente con la realtà economica e sociale attuale, dove un gruppo di grandi compagnie multinazionali domina di fatto l’economia mondiale.
A questo fenomeno economico-sociale è necessario rispondere con un’organizzazione e una politica internazionale.
In questa epoca di movimenti nazionalisti che sostengono la necessità di risolvere i problemi all’interno dei propri confini, il trotskismo è l`unico che sostiene la necessità di una soluzione a livello mondiale, inaugurando una nuova fase, il socialismo. Per arrivare a questo, è necessario recuperare la tradizione socialista dell’Internazionale,  che affronti la strategia  e la tattica finalizzata all’eliminazione delle grandi multinazionali e per inaugurare il socialismo, che altro non può essere che mondiale.
Se vi è un’economia mondiale, vi deve essere una politica mondiale, con un’organizzazione dei lavoratori che estenda sia  la rivoluzione su scala internazionale, sia i fondamentali diritti democratici alla classe operaia, per renderla artefice del proprio destino.  Il socialismo può essere applicato solo su scala mondiale.  Tutti i tentativi di creare il socialismo su scala locale o nazionale sono naufragati, perché, essendo l`economia   mondiale, non è possibile trovare una soluzione economico-sociale dei problemi  dentro i confini ristretti di un paese. Per entrare nell’organizzazione mondiale socialista, l’avversario da sconfiggere sono le multinazionali.
Per queste ragioni, la summa dei trotskisti oggi, è che sono loro gli unici che possiedono un’organizzazione mondiale (piccola, debole, tutto quello che volete), però l’unica internazionale esistente, la Quarta, che riprende tutta la tradizione delle Internazionali passate, e che le attualizza di fronte ai nuovi  fenomeni, aggiungendovi  la prospettiva marxista di una lotta mondiale".




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