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sabato 3 gennaio 2015

NAPOLITANO: I CITTADINI NON HANNO DI CHE VIVERE? ASPETTINO LA CRESCITA di Maurizio Zaffarano

Il Trasloco di Napolitano by Luca Peruzzi



NAPOLITANO: 
I CITTADINI NON HANNO DI CHE VIVERE?
ASPETTINO LA CRESCITA
di Maurizio Zaffarano



E' cosa assai comune nella vecchiaia l'accentuarsi dei tratti caratteriali tipici di una persona e l'incapacità di valutare il mondo e le cose che accadono al di fuori di schemi consolidati e che non si ha più la disponibilità a modificare.
Per giudicare oggi Napolitano bisogna anzitutto guardare alla sua biografia: nei GUF (i gruppi universitari fascisti) con Mussolini al potere, con l'Unione Sovietica quando reprimeva nel sangue la rivolta ungherese del 1956, con Craxi contro Berlinguer e la sua denuncia della questione morale, sempre più allineato all'atlantismo acritico e al liberismo nei decenni in cui si afferma senza vincoli e ostacoli il finanzcapitalismo, autore insieme a Livia Turco della legge che istituisce i Centri di Identificazione ed Espulsione degli immigrati irregolari, tollerante e accondiscendente verso Berlusconi e il berlusconismo, garante per l'Italia del potere e degli interessi e delle volontà della Troika (BCE, FMI, Commissione Europea) dopo l'esplosione della crisi finanziaria del 2008. Una vita passata riuscendo a stare in tanti momenti cruciali della storia dalla parte sbagliata!
Se ha senso parlare della "casta" - le classi dirigenti politiche ed economiche - l'orizzonte di Napolitano è stato tutto interno ed è tutto interno ad essa. Al di fuori delle logiche autoreferenziali e di mera sopravvivenza dei ceti dominanti nulla esiste per Napolitano: i bisogni dei cittadini, la disoccupazione, la povertà, il grido di dolore del popolo inquinato e delle mamme che chiedono giustizia per i propri piccoli uccisi dai veleni versati su tante povere vite sono solo degli incidenti di percorso, certo condannabili a parole ma che non meritano di essere in cima all'agenda politica.

In una prospettiva miope e misera che i fatti e la storia poi provvedono inesorabilmente a condannare, ciò che conta è solo la Ragion di Stato, è solo l'agibilità politica dei palazzi (questo sono le "riforme" di cui parla!): e dunque i veri nemici sono coloro che contestano il sistema, che ne denunciano l'irriformabilità e che ne additano i responsabili facendo nomi e cognomi, che praticano il conflitto come prospettiva necessaria della propria azione politica e sociale. 
Il tratto umano fondamentale che contraddistingue Napolitano è la sua concezione del mondo aristocratica, elitaria, oligarchica e perciò antidemocratica, antiegualitaria, antipopolare ed è davvero bizzarro che quest'uomo abbia fatto parte per decenni del Partito Comunista Italiana la cui missione era quella di raggiungere l'uguaglianza sostanziale tra gli esseri umani.
Per questo Napolitano si autoassolve, per questo fa un bilancio positivo del suo novennato nonostante le scelte fallimentari - per la vita delle persone - effettuate (anzitutto quella di Monti), per questo ha accettato due anni fa il prolungamento di un mandato presidenziale che non avrebbe avuto, per ragioni anagrafiche, l'energia e la lucidità politica per svolgere e completare ma che doveva essere utile (e da questo punto di vista fin qui lo è stato) solo alla sopravvivenza della "casta".



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