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martedì 26 febbraio 2013
VINCITORI E VINTI di Stefano Santarelli
VINCITORI E VINTI
di Stefano Santarelli
Il primo commento a caldo che viene dalla lettura dei risultati elettorali è l’assoluta ingovernabilità del nuovo parlamento tanto da non escludere la possibilità di nuove elezioni almeno per quanto riguarda il Senato dove non esiste, a differenza della Camera, il premio di maggioranza.
Il dato più importante che viene da questi risultati è la grande sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della Casta che governa il nostro paese. E questo è testimoniato dall’aumento dell’astensionismo e dalla grande vittoria dei “grillini”. Infatti esiste un solo vero ed unico vincitore: il MoVimento 5 Stelle che è diventato il primo partito italiano superando le stesse previsioni di tutti gli osservatori politici e che è apparso come la vera alternativa al Sistema. Il M5S è un fenomeno totalmente nuovo nella politica non solo italiana, figlio in un certo senso del populismo berlusconiano, che ha intercettato la protesta giovanile e della parte più sana del nostro paese contro le istituzioni repubblicane.
L’altro vincitore è Silvio Berlusconi che fino a due mesi fa era dato per morto insieme al suo partito, il PDL, e che è riuscito a portare il Centro Destra al 30%.
Il vero sconfitto è il Centro Sinistra diretto dal Partito Democratico che con un vero colpo di genio dei suoi dirigenti non è andato subito alle elezioni politiche dopo le dimissioni del Governo Berlusconi il quale grazie ad inqualificabili scandali a sfondo sessuale era giunto a ottenere una sfiducia senza precedenti. Una scelta questa nefasta del PD che ha permesso la risurrezione di un personaggio così screditato ed inqualificabile.
L’altro sconfitto è la cosiddetta sinistra radicale.
SeL nonostante uno striminzito 3% è riuscito ad eleggere grazie all’apparentamento col PD una nutrita truppa parlamentare (7 senatori e 37 deputati). Ma siamo facili profeti che questo risultato non risolve la crisi di un partito costruito sulla figura di Vendola e che non è in grado di intercettare, la protesta dei cittadini italiani e prendere l’eredità, ormai distrutta, della vecchia Rifondazione di bertinottiana memoria.
Il risultato della Lista Ingroia è indiscutibilmente risibile (2,2% alla Camera e 1,8% al Senato) e testimonia il fallimento totale di quello che resta di Rifondazione, del Pdci e dei Verdi. Un fallimento che nasce dall’appoggio e dalla partecipazione che questi partiti hanno offerto al 2°Governo Prodi fino ad essere complici dell’intervento militare italiano in Afghatnistan (un tema questo scomparso dal dibattito politico italiano).
Il risultato del PCL è interessante (90.000 voti pari allo 0,3% alla Camera e 114.000 pari allo 0,4% al Senato) che può rappresentare un buon punto di partenza per questa formazione che va ricordato non ha grossi mezzi a sua disposizione.
Sul risultato di quello che resta del PSI è meglio stendere un velo pietoso.
Appare indispensabile, per chi scrive queste note a caldo, più che mai la necessità di costruire un Front de Gauche, una Syriza italiana che sia in grado di offrire una prospettiva socialista. Infatti è necessaria la costruzione di una sinistra libertaria, anticapitalista con un programma apertamente socialista e che sappia dialogare con il M5S avendo però chiaro che non è con la demagogia populista di Grillo che si risolveranno i drammatici problemi del nostro paese.
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