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i Quaderni di Bandiera Rossa "La Storia è finita" di Norberto Fragiacomo
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sabato 21 maggio 2011

Il decalogo del rivoluzionario secondo Frei Betto


Frei Betto, al secolo Carlos Alberto Libanio Christo, brasiliano, è uno dei principali esponenti della teologia della liberazione. Di seguito il suo decalogo, rivolto ai rivoluzionari che vogliono essere onesti e coerenti con i compit storici che si propongono.

1. MANTENETE VIVA L'INDIGNAZIONE. Verificate periodicamente se siete realmente di sinistra. Adottate il criterio secondo il quale la destra considera le diseguaglianze sociali un fatto naturale, tanto quanto la differenza fra giorno e notte. La sinistra le considera come aberrazioni da sradicare. Attenzione: potreste essere contaminati dal virus socialdemocratico, i cui sintomi sono l'utiizzo di metodi di destra per ottenere conquiste di sinistra e, in caso di conflitto, abbandonare i deboli per non dispiacere ai potenti.

2. LA TESTA PENSA DOVE I PIEDI CALPESTANO. Non si può essere di sinistra senza sporcarsi le scarpe nei luoghi dove il popolo vive, lotta e soffre. La teoria senza pratica equivale a fare il gioco della destra.

3. NON ABBIATE VERGOGNA DI CREDERE NEL SOCIALISMO. Lo scandalo dell'Inquisizione non fece sì che i cristiani abbandonassero i valori e le proposte del Vangelo. Ugualmente, l'insuccesso del socialismo nell'Europa dell'Est non deve indurre a scartare il socialismo dall'orizzonte della storia umana. Il capitalismo, in vigore da 200 anni, ha fallit per la maggior parte della popolazione mondiale. Oggi siamo 6 miliardi di abitanti. Secondo la Banca mondiale, 2,8 miliardi sopravvivono con meno di 2 dollari al giorno. E 1,2 miliardi, con meno di 1 dollaro al giorno.

4. SIATE CRITICI SENZA PERDERE L'AUTOCRITICA. Molti militanti di sinistra cambiano sponda quando iniziano ad essere troppo pignoli ed esigenti. Allontanati dal potere, diventano amari e accusano i propri compagni di errori ed esitazioni. Come dice Gesù, cerchiamo la pagliuzza nell'occhio degli altri, ma non vediamo la trave nel nostro occhio. Tra l'altro, questi militanti non si impegnano a migliorare le cose. Se ne rimangono passivi, come spettatori e giudici, ed alcuni sono captati dal sistema. L'autocritica non è solo ammettere i propri errori. E' anche ammettere di essere criticati dai compagni.

5. APPRENDETE LA DIFFERENZA FRA MILITANTE E MILITONTO. Il militonto è colui che si pregia di stare dappertutto, partecipare a tutti gli eventi e movimenti, operare su tutti i fronti. Il suo linguaggio è pieno di spiegazioni e gli effetti delle sue azioni sono superficiali. Il militante approfondisce i suoi legami con il popolo, studia, riflette, medita; valorizza la sua area di appartenenza e le relative attività, valorizza i vincoli organici ed i progetti comunitari.

6. SIATE RIGOROSI NELL'ETICA DELLA MILITANZA. La sinistra opera in base a principi. La destra in base ad interessi. Un militante di sinistra può perdere tutto, il lavoro, la libertà, la vita. Meno la morale. Al perdere la propria etica, svalorizza la causa che difende e rappresenta. E presta un inestimabile servizio alla destra. Ci sono arrivisti mascherati da militanti di sinistra. Sono soggetti che mirano, in primo luogo, a conquistare il potere. In nome di un interesse collettivo cercano, in primo luogo, di soddisfare il loro interesse personale. Il vero militante – come Gesù, Gandhi, Che Guevara – è un servitore, disposto a dare la sua vita affinché gli altri abbiano una vita. Non si sente umiliato se non è al potere, né orgoglioso se vi si trova. Non si identifica nella funzione che riveste.

7. ALIMENTATEVI CON LA TRADIZIONE DELLA SINISTRA. Si necessita la preghiera per alimentare la fede, l'affetto per nutrire l'amore di coppia, ed il “ritorno alle fonti” per mantenere accesa la mistica della militanza. Conosciate la storia della sinistra, leggete autobiografie, come “Il Diario del Che in Bolivia”, e romanzi ocme “La Madre” di Gorki, o “Le Uve dell'Ira” di Steinbeck.

8. PREFERITE I LRISCHIO DI SBAGLIARE STANDO CON I POVERI CHE DI AZZECCARCI SENZA DI LORO. Convivere con i poveri non è semplice. In primo luogo, c'è la tendenza ad idealizzarli. Dopodiché, si scopre che fra loro convivono gli stessi vizi riscontrati nelle altre classi sociali. Essi non sono né migliori né peggiori degli altri esseri umani. La differenza è che sono poveri, ovvero persone private ingiustamente ed involontariamente dei beni essenziali per una vita dignitosa. Per questo, stiamo dalla loro parte. Per una questione di giustizia. Un militante di sinistra non negozia mai i diritti dei poveri, e sa imparare con loro.

9. DIFENDETE SEMPRE GLI OPPRESSI, ANCHE QUANDO APPARENTEMENTE ESSI NON HANNO RAGIONE. Sono così tante le sofferenze dei poveri del mondo che non ci possiamo attendere da loro comportamenti che non appaiono nemmeno nelel attitudini di coloro che hanno ricevuto una educazione raffinata. In tutti i settori della società vi sono corrotti e banditi. La differenza è che, fra le élites, la corruzione gode della protezione della legge, ed i banditi vengono difesi da meccanismi economici sofisticati, che consentono ad uno speculatore di portare alla miseria una nazione intera. La vita è il dono più prezioso di Dio. L'esistenza della povertà richiama i cieli. Non aspettatevi comprensione da chi favorisce l'oppressione dei poveri. Evitiamo di parlare come militanti ma vivere come borghesi, accomodati nella comoda posizione di giudici di chi lotta.

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